Colluso con Cosa Nostra, sequestro di beni all’imprenditore di gomme Gammicchia

Diversi i beni confiscati al 74enne che avrebbe favorito le famiglie mafiose di Acquasanta e Arenella

Gammicchia

Il Tribunale di Palermo ha emesso un decreto di confisca del patrimonio di Vincenzo Gammicchia, classe 1948, noto imprenditore palermitano operante nel settore della vendita ed assistenza di pneumatici, per un valore complessivo di circa 17 milioni di euro. Ad eseguire il sequestro i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA.

Oggetto della confisca di primo grado sono i seguenti beni, sottoposti a sequestro dalle fiamme gialle tra la fine del 2019 e l’aprile del 2020: due aziende ubicate a Palermo, operanti nel settore della vendita e riparazione di pneumatici; un Consorzio sito a Palermo, operante nel settore della revisione dei veicoli; 28 immobili (appartamenti e magazzini), tra cui una villa con piscina sita a Palermo ed una villa sita a Isola delle Femmine; 32 rapporti bancari, 8 polizze vita ed 1 cassetta di sicurezza contenente preziosi ed orologi di pregio. Ed infine 9 autoveicoli e motoveicoli.

GAMMICCHIA E LA COLLABORAZIONE CON LA MAFIA DI PALERMO

Sulla base degli accertamenti svolti dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – G.I.C.O. di Palermo, l’Autorità giudicante ha ritenuto che l’imprenditore, formalmente incensurato, seppure non organicamente inserito nell’organizzazione criminale, sia da ritenersi “colluso” al sodalizio mafioso. Gammicchia ha operato, fin dall’inizio della sua avventura imprenditoriale avviata negli anni ’70, sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra, in particolare le famiglie mafiose operanti nei quartieri Acquasanta e Arenella.

In particolare ha occultato e schermato risorse delle famiglie mafiose, investendole nella propria attività e pattuendo con esponenti di spicco del sodalizio forme di compartecipazioni da cui far derivare il periodico versamento di somme negli anni. Ha messo a disposizione del sodalizio la sede della propria attività per incontri e comunicazioni riservate fra esponenti mafiosi, nonché per favorire, attraverso la duplicazione delle chiavi, il furto di autovetture che gli erano affidate per riparazioni, poi utilizzate anche per il compimento di ulteriori attività illecite;

É riuscito ad ottenere, attraverso specifici accordi con esponenti di spicco del sodalizio, l’esonero da richieste estorsive; ha beneficiato del sostegno di esponenti di spicco della consorteria mafiosa per eliminare attività economiche concorrenti, ricorrendo a tal fine ad atti intimidatori tipici di Cosa Nostra.