VIDEO | Fico da Cinisi: “Quella di Peppino Impastato una grande eredità”

Il presidente della Camera, ieri in visita nei luoghi in cui visse e operò Peppino Impastato: “Hanno ucciso lui, cercando di nascondere la verità con insopportabili complicità di alcune autorità conniventi”

“È stato commovente ed emozionante vedere dal vivo la casa di Peppino Impastato, ci si rende conto ancora di più come Peppino sia lo Stato, rappresenta quella parte di cittadini che lotta e non si arrende, un esempio ispiratore per tutti noi. Insieme ai suoi amici e alla sua famiglia danno esempio all’Italia e alla Sicilia che muore per lo Stato”. Così il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, in visita ieri a Cinisi, luogo simbolo nella lotta alla mafia. Fico ha fatto visita alla Casa della Memoria, luogo in cui ha vissuto Peppino Impastato, giovane assassinato dalla mafia il 9 maggio del 1978.

E poi, immancabile, il ripercorrere quei famosi “Cento passi” che dividevano casa Impastato da quella del boss mafioso Tano Badalamenti, abitazione trasformata in biblioteca. Una visita che si è conclusa nel casolare dove fu ucciso Peppino Impastato.

I CENTO PASSI RIPERCORSI DA ROBERTO FICO

“Ripercorrere i passi di Peppino Impastato è stata un’emozione forte. La Casa Memoria a Cinisi, la biblioteca realizzata nell’abitazione che fu del boss Tano Badalamenti, bene confiscato alla mafia, quella mafia che Peppino ha combattuto con denunce, sberleffi e attivismo civico. Infine il luogo dove venne ucciso, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978. Peppino ha pagato il suo impegno con la vita, perché per la criminalità organizzata era un temibile avversario da eliminare”. Lo ha scritto su Facebook il presidente della Camera.

UNA STRAORDINARIA EREDITA’

“Hanno ucciso lui, cercando di nascondere la verità con insopportabili complicità di alcune autorità conniventi – ha aggiunto – Ma non ci sono riusciti, perché a distanza di 24 anni i colpevoli del suo omicidio sono stati puniti. La memoria delle battaglie di Impastato è stata ed è una straordinaria eredità per l’intera comunità, anche grazie al fondamentale lavoro che ha svolto sua madre Felicia con orgoglio e coraggio. E che dopo la sua morte hanno portato avanti il fratello Giovanni e la nipote Luisa. Da Presidente della Camera essere qui oggi per me è un dovere e un onore”.