Se ne possono ascoltare a migliaia di testimonianze sul coronavirus, ma ogni volta sembra essere sempre la prima. Questo per la forte emozione che sa trasmettere soltanto chi dalle sventure ci passa in prima persona. Come nel caso di Giuseppe Sileno dall’Arenella. Il Covid-19 lo ha contaminato quando la campagna vaccinale era appena partita e dunque riservata ancora alle categorie più esposte. Una puntualizzazione, si badi, soltanto per far intendere che, sia lui che i familiari, anch’essi ammalatisi, erano tutto meno che “no vax”. Raggiunto da Palermo Live ecco il suo racconto.
“Mi sono contagiato a febbraio. Sono stato ricoverato all’ospedale Cervello dal 25 febbraio al 25 marzo. Ho fatto 18 giorni di terapia intensiva. Mia sorella è stata ricoverata per 55 giorni. I medici me l’hanno messa accanto. Correvano sempre quando li chiamavamo, sono stati degli angeli. Gli sarò grato a vita per il modo in cui ci accudivano e si prendevano cura di noi. Dio mi ha affiancato e sono ancora qui ma ho visto la morte in faccia. Anche i miei familiari si sono contagiati, i miei nipoti. Io vivo per vederli crescere e mi sono vaccinato stamattina all’Arenella, il mio quartiere, perché voglio vivere. Chi nega il Covid non capisce, non può capire ma io ci sono passato e ho perso tanti amici. È indispensabile che tutti si vaccinino”.