Video ed intercettazioni svelano l’inferno dei disabili di Brancaccio
Immagini raccapriccianti quelle riprese nel centro assistenza spastici di Brancaccio dalle telecamere dei carabinieri. Gli operatori terrorizzavano gli ospiti ricoverati
Nel centro “Ben Haukal” di Brancaccio, le sevizie e le minacce di cinque operatori nei confronti del pazienti erano all’ordine del giorno. Come riportato da Repubblica, in un mese di videoriprese e intercettazioni ambientali, dal sei gennaio ai primi giorni di febbraio del 2021, sono state documentate decine di aggressioni fisiche. La residenza assistenziale “Ben Haukal, è uno dei sette centri della sezione palermitana dell’Associazione italiana assistenza spastici (Aias), convenzionata con l’Asp 6 di Palermo.
In un video si vede Salvatore Omezzoli, uno degli operatori arrestati dai carabinieri della stazione di Brancaccio, che urla in faccia ad uno dei pazienti disabili affetti da paralisi spastica: «Minchia ti giuro me ne fotto della telecamera e ti riempio di botte». Un altro operatore, Francesco Restivo, anche lui arrestato e messo ai domiciliari. gridava ad un paziente minacciandolo di colpirlo con un mazzo di chiavi: «Cosa inutile, cosa inutile, te ne devi andar perché le chiavi qua ti tiro. Lo sai che te li dò. Stai attento pezzo di merda che sei, qua sono i maglioni, cosa inutile che sei…».
AGGRESSIONI FISICHE
Era diventato un inferno il centro di Brancaccio, con i pazienti terrorizzati dai cinque operatori colpiti da misura cautelare. Minacce, insulti ma soprattutto aggressioni fisiche con calci, pugni, orecchie tirate, teste sbattute contro il muro e schiaffi. Ma anche lancio di oggetti contro pazienti non in grado di essere autosufficienti. Oltre a Salvatore Omezzoli, considerato il più violento e spietato dei cinque indagati, ed a Francesco Restivo, è finito agli arresti domiciliari anche Salvatore D’Anna. Le altre due indagate, Anna Zora e Viviana Lombardo, hanno la misura cautelare dell’obbligo di presentazioni alla polizia giudiziaria, e il divieto di avvicinarsi alla struttura di riabilitazione. Tutti devono rispondere di maltrattamenti aggravati.
LA DENUNCIA AI CARABINIERI
Le indagini sono scattate nei primi di gennaio dopo la denuncia del presidente dell’Aias Palermo Salvatore Nicitra, informato dal responsabile della struttura di Brancaccio. Però ad accorgersi del comportamento dei cinque operatori è stato lo psicologo del centro, che ha notato le ferite e gli ematomi nei pazienti maltrattati. Il presidente Nicitra, come si legge su Repubblica, ha sottolineato che appena hanno avuto l’impressione che qualche mela marcia potesse nascondersi all’interno di una loro struttura, hanno immediatamente avvertito i carabinieri. Presentando una denuncia contro gli operatori corredata dalle immagini del loro sistema di video-sorveglianza e mettendole a disposizione degli inquirenti».
DECINE DI EPISODI VIOLENTI
I carabinieri hanno piazzato le loro telecamere, che unite a quelle dell’impianto interno di videosorveglianza, hanno ripreso decine di episodi violenti. Si vede un dipendente che prendeva per i capelli un ragazzo seduto sul divano e lo trascinava a terra. Un altro suo collega che invece è stato ripreso mentre colpiva ripetutamente un paziente alla testa e al volto, mentre era in una delle stanze comuni della struttura con gli altri ospiti. Altre immagini raccapriccianti immortalano un operatore mentre afferra la testa di un ragazzo e la sbatte contro un muro, e un altro che lancia una sedia a rotelle contro un paziente.