Non c’è pace per i morti a Palermo, ed in particolare per quelli che ancora aspettano di essere tumulati al cimitero dei Rotoli, dove ormai c’è un’emergenza infinita. Ordinanze, circolari e dimissioni non sono servite a nulla e, come se non bastasse ci si è messo anche il nubifragio che ha colpito la città di Palermo lo scorso 15 agosto, per Santa Rosalia.
Parti di deposito sotto sequestro, il forno crematorio che si rompe sempre, la gestione poco trasparente delle esumazioni, le bare una sopra l’altra in magazzini con un olezzo nauseabondo. Tombe che spuntano tra le erbacce, lapidi rotte e foto di defunti sparse tra l’erba.
Il cimitero dei Rotoli di Palermo è stato proprio in questi mesi al centro delle polemiche per le 500 bare in attesa di sepoltura tra depositi e aree all’aperto. In una situazione già allarmante, il nubifragio che ha colpito la città ha ulteriormente peggiorato le condizioni all’interno del cimitero. Molti familiari, preoccupati, hanno cominciato a documentare la situazione nel deposito: “l’acqua è entrata nelle bare. C’è fango ovunque e la puzza è incredibile”.
Le immagini lasciano poco spazio all’immaginazione, mostrano una situazione complicata. Diverse tombe sono state spostate dalla furia dell’acqua che ha invaso i locali dei depositi cimiteriali. Alcune di queste si sono letteralmente spaccate, lasciando fuoriuscire un odore nauseabondo e dello zinco.
“Non si possono trattare così i morti, mio marito in vita è sempre stato una brava persona, non può essere ripagato così. E’ una situazione vergognosa, ho visto mio marito appeso a delle corde come se fosse un animale…è inaccettabile” – racconta una signora presente oggi al cimitero a Palermolive.it.
E come se non bastasse c’è anche la questione delle salme scomparse, con minacce al direttore del cimitero dei Rotoli di Palermo e falsi certificati di morte.