VIDEO | Palermo, rabbia dei risto-pub: il rumoroso silenzio della movida

Il nostro viaggio nei luoghi di ritrovo serale dei palermitani. Le parole dei proprietari: “Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni”.

Movida prima e dopo il covid, Palermo

Il popolo di pub e ristoranti di Palermo torna a chiedere la riapertura delle proprie strutture, ormai sull’orlo di una crisi da cui difficilmente si potrà uscire.

In quelli che furono i luoghi della movida nel capoluogo siciliano, oggi regna il deserto, con strade vuote e un silenzio che fa più rumore delle casse di una discoteca sparate a tutto volume.

Il GRIDO D’AIUTO DELLA MOVIDA DI PALERMO

Montaggio e Riprese di Giuseppe Alberto Martorana

Dopo l’ennesima chiusura imposta dai DPCM del Governo nazionale, per il compartimento Ho.Re.Ca. saranno nuovamente tempi duri. Fra decreti nazionali ed ordinanze regionali e comunali, restrizioni e chiusure fiaccano il sogno di un ritorno alla normalità. Una tranquillità ormai diventata sogno a causa della pandemia da covid-19.

Intanto, il Comune di Palermo ha prorogato fino al 5 aprile l’ordinanza sindacale che vieta la vendita di alcolici di qualsiasi gradazione da parte di qualsiasi attività commerciale e distributore automatico. Un divieto che sarà valido dalle ore 18 alle 5 del mattino su tutto il territorio comunale.

Dopo la manifestazione svoltasi oggi sotto il palazzo della presidenza della Regione Siciliana, abbiamo deciso di chiedere un parere sulla situazione ai proprietari di locali e ristoranti del centro città.

Tanti i dubbi, poche le certezze. Da chi chiede numi sulle riaperture, a chi puntualizza la necessità di avere dei ristori.

“Riceviamo sempre un rinvio di possibili – dichiara l’imprenditore Francesco Capizzi -. Un cambio delle regole in corso d’opera, perchè dovevamo essere zona bianca ed invece ci ritroviamo nuovamente in zona rossa. Chiedo di riaprire, perchè non ha senso continuare così: se la gente passeggia in centro e poi non si può stare seduto ad un tavolino, è soltanto un prendersi in giro. Stiamo rasentando il ridicolo”.

Sulla stessa linea Santo Civello, proprietario di un pub all’Olivella. “La situazione è sempre la stessa, siamo rimasti senza ristori da quando abbiamo riaperto in estate, ovvero da giugno. Da allora abbiamo raccolto soltanto qualche briciola che tra i divieti nazionali e le ordinanze del sindaco Orlando, ci ha permesso di lavorare meno di quanto avremmo fatto nel nostro piccolo”.

“Le condizioni sono sotto gli occhi di tutti. Siamo una categoria che sta soffrendo molto, ci si chiedono molti sacrifici. Ma mi rendo conto che noi siamo chiusi ma le strade sono piene di gente – sottolinea Giuseppe Corrente -. Abbiamo adeguato i locali, ma nè lo Stato nè il Comune fa il suo. Inoltre, le aziende premono sul pagamento delle fatture, le tasse devono essere pagate. Siamo arrivati al limite. Proibire non ha mai portato a niente. Oggi si chiude nuovamente la nostra categoria, ma non so dove si voglia arrivare. Sembra una caccia alle streghe”.

“La situazione è resa tragica dalla pandemia, ma anche dello Stato che non è vicino nelle situazioni di supporto economico – chiosa Daniele Ruvolo di Confesercenti Palermo -. Nella prima pandemia, le istituzioni ci sono state vicini con dei piccoli ristori, che non sono stati nemmeno sufficienti a coprire i costi fissi. Oggi non è presente nella seconda fase dell’emergenza covid-19, anzi siamo stati danneggiati da aperture e chiusure intermittenti. Da novembre ad oggi non abbiamo visto alcuni ristoro”.

Intanto, per domani, è prevista una nuova mobilitazione organizzata dallo chef Natale Giunta, prevista per le 10:00 in piazza Verdi.