VIDEO | Palermo, sit-in per il diritto allo studio dei diversamente abili

Protesta dei genitori a Palazzo dei Normanni contro la sospensione del servizio d’assistenza ed autonomia e contro la mancata partenza del servizio igienico-personale.

Una protesta per chiedere l’applicazione del diritto allo studio per gli studenti diversamente abili. Con questa motivazione, un gruppo di genitori si è dato appuntamento davanti a Palazzo dei Normanni per chiedere un impegno serio da parte del mondo politico.

Nonostante la pioggia, una delegazione di persone si è data appuntamento per far sentire la propria voce. Presente al sit-in anche la rappresentante del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci.

Alle 11:00 si è infatti aperta la discussione in seno alla V Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana. Un dibattito convocato dal deputato regionale di Italia Viva Luca Sammartino, a cui ha partecipato in rappresentanza del Governo Regionale l’assessore Aurelio Scavone.

Un confronto necessario, anche alla luce dei rimpalli di responsabilità fra l’Esecutivo isolano e la Città Metropolitana di Palermo. Ma mentre la politica discute, il diritto allo studio di tantissimi studenti diversamente abili vacilla in base agli umori e all’agenda politica.

L’APPELLO DEI GENITORI

Montaggio di Giuseppe Martorana

Intervenuta ai nostri microfoni, l’organizzatrice della protesta Debora La Cara ha tenuto a ribadire le ragioni di genitori e studenti.

Questa manifestazione nasce contro la sospensione del servizio d’assistenza ed autonomia e contro la mancata partenza del servizio igienico-personale – sottolinea Debora La Cara -. I nostri figli non vivono di contratti a tempo, ma frequentano tutto l’anno. E’ giusto che venga riconosciuta loro un’assistenza valida a potersi integrare nella classe e nella società“.

Gira nell’aria che ci sia una proroga fino al 30 aprile, con un conseguente stop a maggio. Dobbiamo evitare che ciò non accada e che vengano ripristinati i servizi non ancora partiti“.

I nostri figli non sono figli di un Dio minore – conclude -. I rappresentanti politici devono dare diritti ai nostri figli e non considerarli come una parte minore della società“.