VIDEO | Palermo, sport ed integrazione alla scuola Giovanni Falcone

Il progetto di Salvo Tranchina, residente del quartiere Zen, che utilizza la boxe come mezzo per promuovere il benessero psico-fisico e il rispetto delle regole.

Alla scuola Giovanni Falcone di Palermo lo sport si incontra con la formazione e l’istruzione. Ciò è reso possibile grazie al progetto di un cittadino del quartiere Zen, Salvo Tranchina.

Grazie alla collaborazione della preside Daniela Lo Verde, insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella per il suo contributo alla comunità offerto durante l’emergenza coronavirus, la palestra è stata adibita alla pratica della boxe amatoriale.

I “pugni gentili” come mezzo per imparare il rispetto del prossimo e per integrarsi all’interno della comunità. Un’attività di promozione sportiva che dovrebbe però incontrare un maggiore interesse da parte delle istituzioni, così come richiesto dagli organizzatori.

LO SPORT COME MEZZO DI INTEGRAZIONE SOCIALE

Montaggio di Giuseppe Alberto Martorana

Ed è proprio Salvo Tranchina a parlarci del suo progetto all’interno della scuola Giovanni Falcone.

La preside ci ha dato la possibilità di entrare nella struttura. Lavoro con i ragazzi del quartiere. Con i bambini più piccoli facciamo ginnastica e ad alleniamo gli schemi motori di base“.

A preoccupare il tecnico è però la condizione della palestra. L’illuminazione funziona a mezzo servizio, mentre la copertura del tetto andrebbe ripristinata.

Mi preme parlare del progetto perchè la struttura andrebbe ristrutturato. Le condizini della palestra sono da rivedere. Ma non dipende di certo dalla scuola, ma dalle istituzioni. Bisogna considerare il contesto sociale in cui lavoriamo. Mi trovo ad allenare ragazzi con difficoltà evidenti a leggere e a scrivere, a cui si aggiungono a volte anche problemi di stampo familiare o sociale”.

Salvo Tranchina rivolge poi un accorato appello alle istituzioni comunali e regionali.

Io sono dell’idea che le scuole dei quartiere popolari devono essere le prime ad essere aiutate, per dare ai ragazzi un futuro. Dobbiamo aiutare i ragazzi ad avere gli strumenti per potersi costruire un futuro. Bisogna dare più attenzione a questa scuola, dare un doposcuola funzionante e seguire questi ragazzi nel loro percorso“.