Home Cronaca di Palermo VIDEO- Spaccio di droga gestito dal clan mafioso Pagliarelli: 8 arresti

VIDEO- Spaccio di droga gestito dal clan mafioso Pagliarelli: 8 arresti


Redazione PL

L'odierna operazione è la continuazione delle indagini "Brevis" che nello scorso aprile avevano consentito di arrestare il presunto nuovo vertice del mandamento Giuseppe Calvaruso

Nella giornata odierna i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a 8 provvedimenti di custodia cautelare in carcere e 1 provvedimento cautelare reale emessi dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo. Gli odierni arrestati sono ritenuti responsabili dell’ ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e trasferimento fraudolento di beni e valori, tutte aggravate dal metodo mafioso. A dirigere la seguente indagine preliminare la Sezione ‘Palermo’ della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura. L’indagine, condotta dai militari del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, costituisce l’ulteriore fase di un’articolata manovra operata in direzione del mandamento mafioso palermitano di Pagliarelli, che ha consentito di riscontrare la perdurante operatività di quell’articolazione di ‘Cosa Nostra’ a Palermo

Alcuni degli elementi indiziari raccolti nel corso delle indagini erano già confluiti nel provvedimento di fermo d’indiziato di delitto nello scorso aprile nell’indagine “Brevis”. In quella circostanza, tra l’altro, i Carabinieri erano riusciti a trarre in arresto il presunto nuovo vertice del mandamento, già arrestato a dicembre 2018 nell’operazione “Cupola 2.0”.

Il secondo filone di indagini contro il mandamento mafioso del Pagliarelli

Gli sviluppi investigativi hanno consentito, altresì, di acquisire un grave quadro indiziario, sostanzialmente accolto nel provvedimento cautelare, riguardante:

–       In primis il ferreo controllo territoriale attuato da ‘Cosa Nostra’ mediante la risoluzione diretta di controversie tra privati e che si sarebbe conclusa con l’intervento in prima persona del presunto reggente del mandamento di Pagliarelli, Giuseppe Calvaruso. Quest’ultimo sarebbe, in tal modo, riuscito a entrare in possesso di una lussuosa villa con piscina sita in area rurale del Comune di Palermo, in via Altofonte. L’immobile, oggetto del sequestro preventivo eseguito, verrebbe adibito ad abitazione principale del predetto e della sua famiglia (sebbene formalmente intestato al legittimo proprietario);

–        una presunta associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti di diverso genere (cocaina, hashish e marijuana) e deputata alla redistribuzione di sostanze stupefacenti in diverse aree della città di Palermo.

Il sodalizio, con al vertice il presunto reggente del mandamento mafiosodi Pagliarelli, secondo l’ipotesi accusatoria avrebbe contato su un continuo afflusso di stupefacente garantito dalla rete criminale di rifornimento intessuta unitamente ad altri sodali palermitani, che differenziavano gli interlocutori criminali di riferimento a seconda del tipo di stupefacente di volta in volta richiesto: per l’hashish si sarebbero rivolti ad uno stabile gruppo di corrieri campani che si sarebbero riforniti direttamente nella cittadina spagnola di Malaga e che avrebbero curato il trasporto della sostanza fino al capoluogo siciliano. Per la cocaina, invece, avrebbero fatto riferimento a soggetti calabresi che si sarebbero fatti carico della consegna.

Il controllo territoriale del boss di Pagliarelli Giuseppe Calvaruso

Risulta essenziale ricordare, inoltre, come il presunto promotore dell’associazione finalizzata al narcotraffico, destinatario e materiale gestore delle somme derivanti dallo smercio della droga, sia stato individuato dalla presunta figura verticistica del mandamento mafioso palermitano di Pagliarelli quale soggetto deputato alla gestione della cassa del sodalizio mafioso oggetto delle indagini, destinata a raccogliere il denaro necessario al mantenimento dei familiari dei consociati detenuti. La riscontrata coincidenza tra il denaro raccolto dal traffico di stupefacenti e la somma destinata ai presunti consociati ristretti ha consentito di inquadrare nel provvedimento cautelare la predetta attività delittuosa in un disegno criminale più ampio e finalizzato a garantire la sussistenza stessa dell’organizzazione mafiosa.

Nel corso dell’attività erano già state arrestate in flagranza di reato 3 persone ed è stato deferito in stato di libertà un altro soggetto, nonché sequestrati circa 70 kg di stupefacentecirca 20.000 euro in contanti.

MAFIA E DROGA: 112 ARRESTI IN POCO PIU’ DI UN MESE

L’odierna operazione, frutto di una complessa indagine coordinata dalla D.D.A. della Procura di Palermo, consentirebbe di delineare come sia effettivamente ‘Cosa Nostra’ a garantire l’afflusso costante di stupefacenti nel capoluogo siciliano. È solo grazie a questo imponente import criminale che poi lo stupefacente affluirebbe alle varie piazze di spaccio di Palermo, in relazioni alle quali i Carabinieri di Palermo hanno eseguito ben 112 arresti in soli 35 giorni, in esecuzione di diversi provvedimenti cautelari, riguardanti sette presunte vaste aree di spaccio cittadine.

Si ritiene, in base ai gravi indizi sin qui raccolti in più procedimenti, che l’attività di vendita al dettaglio di stupefacenti sia considerata da ‘Cosa Nostra’ anche un vero e proprio ammortizzatore sociale da ‘concedere’ alle fasce sociali delle aree cittadine più critiche. Nei confronti di gruppi criminali o di interi nuclei familiari, pur venendo tollerata l’assai remunerativa gestione delle numerose piazze di spaccio cittadine (anche al fine di garantire un’offerta costante che sostenga la domanda elevata di stupefacenti), l’organizzazione mafiosa mantiene però sempre il ferreo controllo del più lucroso flusso di approvvigionamento di stupefacente sull’isola.

I NOMI DEGLI ARRESTATI DEL CLAN PAGLIARELLI

Giuseppe Calvaruso di 44 anni, già arrestato ad aprile e ora raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere; Giovanni Caruso, 50 anni, Angelo Costa, 28 anni, Francesco Duecento, 20 anni, tutti di Palermo; di Napoli invece Gianluca Carrotta, 26 anni, Giuseppe Bifano, 45 anni e Ciro Casino, 49 anni; Domenico Pangallo, 38 anni di Locri (Reggio Calabria). 

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