Cronaca di Palermo

VIDEO| Traffico di droga nel palermitano: le intercettazioni

Ai vertici dell’organizzazione che tra la provincia di Palermo e Trapani gestiva un ampio il traffico di droga c’era un anziano che faceva contare i soldi frutto dello spaccio alla nipotina di 9 anni. Infatti nelle intercettazioni della Polizia si sente l’uomo dire alla nipote mentre è in macchina: “Conta i soldi, guarda quanti sono”. E dopo, temendo di un controllo il nonno si assicurava che la bambina nascondeva per bene il denaro. Il centro dello spaccio Partinico.

Sono 30 le misure cautelari eseguite dalla Polizia, 11 in carcere, 15 ai domiciliari e 4 con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, per i traffici delittuosi posti in essere da soggetti abitualmente dediti all’approvvigionamento ed al conseguente smercio di cocaina nel territorio di Partinico e di altri comuni palermitani e della provincia di Trapani. Durante l’operazione sono stati contestati agli arrestati 270 episodi di cessione stupefacenti e intercettate 31 utenze per un totale di 179.641 telefonate ascoltate

L’intensità di traffici, la sussistenza di modalità organizzative di svolgimento dell’attività criminale, la numerosissima clientela acquisita e nel tempo fidelizzata, l’estesa dimensione territoriale dell’attività di
spaccio, il rilevante volume di affari, la pluralità di canali di approvvigionamento della droga, il ricorso anche a modalità violente per il recupero dei crediti e, non ultima, la completa indifferenza alle operazioni
di polizia giudiziaria rappresentano le caratteristiche principali che hanno impregnato la malavita partinicese nell’ambito dello spaccio al dettaglio e non solo. Infatti tale commercio illecito era esteso ben oltre i confini di Partinico, arrivando ad interessare altri comuni della provincia palermitana come Balestrate, Trappeto, Camporeale, San Cipirello e del trapanese, come Alcamo, Castellammare del Golfo, Santa Ninfa, Gibellina, Mazara del Vallo.

TRA GLI ARRESTATI ANCHE UN RAPINATORE

Tra gli arrestati anche uno dei componenti del gruppo malavitoso che, nel 2013, realizzò una violenta rapina a Partinico ai danni di un noto gioielliere. In quella occasione, alcuni malviventi travisati da militari della Guardia di Finanza avevano immobilizzato il titolare; la rapina aveva fruttato un bottino di circa 400.000 euro ma con la reazione della vittima: quest’ultima, infatti, preso dalla necessità di difendersi, aveva impugnato il proprio revolver ed aveva fatto fuoco nei confronti di uno dei banditi. Da verifiche l’uomo, non solo aveva partecipato all’organizzazione del colpo, rivestendo anche il ruolo di “palo”, ma aveva anche offerto un rifugio sicuro ad uno dei rapinatori feriti per ben tre giorni ostacolandone le ricerche.

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Redazione PL