Lercara Friddi, “Villa Rose” diventa un museo dedicato alle zolfare
Il nuovo allestimento sarà realizzato da una ditta barese. Tempo previsto, due mesi
Il Comune di Lercara Friddi, in provincia di Palermo, avrà un luogo dedicato al proprio passato minerario.
Sono già in fase di partenza i lavori per l’allestimento del Museo “Villa Rose”, individuata quale sede del Parco Archeologico-Industriale istituito dalla Regione Siciliana nel 2010.
La struttura, un tempo “Villa Lisetta“, era la residenza dei facoltosi Gardner – Rose, che avviarono a Lercara Friddi l’attività estrattiva.
A realizzare il Museo, sarà la ditta Sistemalab di Altamura, in provincia di Bari, alla quale la Soprintendenza dei Beni Culturali di Palermo ha consegnato i lavori, per un importo complessivo di 367.548,78 euro.
Tempo previsto per eseguire gli interventi, due mesi.
IL PROGETTO CULTURALE
L’ intervento su Villa Rose è un segnale chiaro dell’attenzione che la Regione Siciliana rivolge al territorio di Lercara Friddi.
Un’ area di forte interesse archeologico e antropologico che reca ancora le tracce delle antiche miniere di zolfo.
Nei giacimenti trovavano impiego i poverissimi contadini dell’entroterra siciliano e i “carusi”.
Questi ultimi erano bambini e ragazzini impiegati nella dura e pericolosa attività estrattiva.
Un lavoro condotto in modo arcaico e al netto di qualsiasi tutela, con pale, picconi e ceste per trasportare il materiale.
La realizzazione del Museo è un modo per accendere, in modo permanente, i riflettori su una Sicilia dimenticata, a cavallo dei secoli diciannovesimo e ventesimo.
Un’ isola dall’economia prevalentemente agricola, che vide nell’attività estrattiva un’ occasione di sviluppo per il territorio.
Una storia, quella delle miniere, costellata da sacrifici umani talvolta estremi e da immani fatiche che spesso rasentavano lo schiavismo.
I LOCALI
Il progetto – finanziato con risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020 – prevede, in particolare, la sistemazione dell’area esterna e l’allestimento interno con le vetrine espositive.
Ci saranno inoltre spazi destinati agli archivi, un laboratorio di restauro, una biblioteca, un’aula didattica e una sala da destinare alle conferenze.
Arredi e spazi rinnovati anche per gli uffici, per le sale di archeologia e per quelle tematiche sulla civiltà dello zolfo.
Oltre ai dispositivi multimediali e ai pannelli esplicativi, si farà ricorso anche alle ricostruzioni virtuali e ai plastici rappresentativi.