Il 6 gennaio per loro doveva essere un giorno di gioia: era il giorno in cui dovevano festeggiare 60 anni di matrimonio. Invece si è trasformato in un triste giorno di lutto. Vincenzo e Italia Giovinazzo se ne sono andati a poche ore di distanza l’uno dall’altro. Lui, 90 anni, originario di Bari ed ex minatore in Belgio si è arreso lunedì scorso alle sue malattie, a causa del Covid che ha repentinamente aggravato il suo quadro clinico. Il cuore di lei, Italia Bramucci, 85enne di Fano, non ha retto alla notizia della morte del marito. Provata anche lei da diversi malanni, dopo avere ricevuto, a sera, la notizia della morte del marito, si è assopita. E poche ore dopo, proprio il giorno del loro 60° anniversario di nozze, se ne è andata. Sono morti così entrambi, nel giro di poche ore.
Vincenzo, originario di Bari, quando era minatore in Belgio, era sopravvissuto al crollo della miniera dove lavorava e dove era rimasto imprigionato . Adesso, da circa un anno era ospitato in una casa di riposo a Quattro Castella, nel Reggiano, anche per l’aggravarsi delle sue patologie, di certo legate anche alla sua esperienza in miniera. Avevano indebolito la sua salute, e non gli permettevano più una vita autonoma. Nei primi giorni dell’anno, a causa di un peggioramento delle sue condizioni si era reso necessario il ricovero all’ospedale di Montecchio, dove è poi risultato positivo al Covid: da lì il trasferimento all’ospedale di Castelnovo Monti, dove è morto poco dopo il suo arrivo e il suo ricovero nella struttura.
Lei, Italia, fanese doc, era stata una storica bidella dell’istituto Battisti dove aveva lavorato fino alla metà degli anni ‘80. A Fano era conosciutissima anche per essere “la mamma delle 5 femmine”. Il suo cuore che da oltre 60 anni batteva all’unisono con quello del compagno di tutta una vita, si è spento poche ore dopo che le cinque figlie le avevano comunicato la notizia ferale. «I funerali sono stati celebrati venerdì ─ ha raccontato la figlia maggiore, Maria, 58 anni ─. Gli amici fanesi non hanno fatto mancare il loro sostegno. In tanti ci hanno chiamato». Ed ha aggiunto: «Immaginarli ancora l’uno accanto all’altro è il pensiero che a noi rende, se possibile, il dolore un po’ più dolce».