Una campionessa di scherma 17enne della Federazione uzbeka ha denunciato che la sorsa estate, durante un ritiro della Federscherma a Chianciano Terme, nel Senese, ha subìto una violenza sessuale di gruppo da parte di tre atleti della squadra juniores italiana. La violenza, secondo quanto riportato nella denuncia della ragazza, sarebbe avvenuta durante un ritiro a cui partecipavano più squadre di varie Federazioni, con atleti maschi e femmine. Secondo quanto ha raccontato la ragazza agli investigatori, si è risvegliata nella camera da letto di uno di loro, è riuscita a tornare nella sua stanza e ha chiamato aiuto. Ricordava solamente di aver bevuto la sera precedente una birra e due shottini. Durante gli accertamenti, le sono state ritrovate tracce di alcol e droga nel sangue.
Due dei tre atleti denunciati sono indagati dalla procura di Siena per violenza sessuale, mentre la Federazione sportiva non ha ancora preso provvedimenti. Il presidente della Fis Paolo Azzi ha spiegato il perché: “Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, non possiamo sostituirci alle autorità giudiziarie. Non abbiamo i poteri per indagare su ipotesi di reato gravi come questi, da codice rosso. Abbiamo attivato la procura e la giustizia federale, facendo tutti i passi necessari, ci siamo anche predisposti per un’eventuale costituzione di parte civile. Ma serve almeno un provvedimento cautelare, un rinvio a giudizio o la chiusura delle indagini”.
Uno dei difensori dei due giovani atleti sotto accusa ha fatto sapere: “Gli indagati si dichiarano innocenti, non avendo essi mai usato violenza nei confronti di nessuno. Rimaniamo in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria che, come emerge dagli atti sin qui depositati ha svolto indagini sin da subito per ricostruire gli avvenimenti nell’immediatezza dei fatti”. Il legale ha poi aggiunto: “Chiediamo dunque attenzione e rispetto per una vicenda evidentemente delicata e dolorosa per tutti, in attesa del definitivo accertamento dei fatti da parte della magistratura”.
L’avvocato della schermitrice 17enne invece ha denunciato «un’inerzia da parte della Procura, che neanche ha attivato il codice rosso, e della Federscherma che non ha preso nessun provvedimento nei confronti degli atleti indagati. La ragazza quando si è resa conto di ciò che aveva subìto ha avvisato la compagna di stanza e la madre che è subito arrivata in Italia. Abbiamo subito avvisato la Federscherma, ma non abbiamo mai avuto riscontri né di provvedimenti nei confronti degli atleti coinvolti né di solidarietà nei confronti della vittima”. Inoltre, ha continuato il legale, “il fatto che gli indagati non siano stati sanzionati o sospesi dall’attività agonistica ha reso possibile che la giovane li abbia incontrati durante gare e altri ritiri con conseguenti traumi”.