Violenza sessuale di gruppo, condannato il giocatore del Genoa Portanova
Il centrocampista è stato condannato insieme allo zio
Sei anni per il calciatore del Genoa Manolo Portanova per violenza sessuale di gruppo. É questa la sentenza di primo grado celebrata con rito abbreviato della giudice di Siena, Ilaria Cornetti. Condannato alla stessa pena anche lo zio di Portanova, Alessio Langella. Un terzo imputato invece ha scelto il rito ordinario mentre un quarto, minorenne all’epoca dei fatti, sta affrontando il processo. L’accaduto risale alla notte del 31 maggio 2021.
Nelle motivazioni la giudice specifica che “la ragazza manifestò la propria volontà di voler avere un rapporto sessuale solo con Manolo e di non volerne uno di gruppo con i quattro ragazzi”. La sua volontà l’ha espressa “in modo ripetuto e inequivocabile. Il suo dissenso è stato sin da subito, e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo, evidente e manifesto”.
La ragazza era in compagnia di Portanova e del ragazzo, allora minorenne. “Appena altri due sono entrati nella stanza si è bloccata, ha cercato di capire cosa stesse succedendo, ha chiesto e chiesto che se ne andassero fino a quando” non è avvenuta l’aggressione, con uno dei quattro che l’ha trattenuta “con le proprie braccia”. La ragazza ha «tentato di muoversi per sottrarsi, ha chiesto dell’acqua, ha finto di stare male, ha domandato che chiamassero la sua amica, ha colpito Manolo sulla pancia dove si era appena fatto l’ultimo tatuaggio, infine ha rinunciato a reagire e passivamente, come un automa, ha fatto quello che le è stato chiesto di fare ed ha subito quanto i ragazzi hanno posto in essere”.
Portanova: “Sento e leggo una storia che non conosco”
Il centrocampista del Genoa ha commentato la sentenza di condanna con una stories pubblicata su Instagram: “Ho superato tante difficoltà nelle mia vita, ma mai mi sarei immaginato di dover affrontare un periodo come questo. Sento e leggo una storia che non conosco, che non si avvicina lontanamente alla realtà e mi chiedo ogni giorno perché è successo a me. Presto ci sarà modo di dire la mia versione documentando con prove e non con ipotesi. Per la mia famiglia, per il mio club, per la mia vita credevo che rimanere in silenzio e dar fiducia alla giustizia fosse la cosa giusta ma adesso purtroppo mi sono reso conto che il silenzio ha presentato un conto troppo salato che non sono più disposto a pagare. A presto, vi abbraccio. Manolo Portanova”