Dolore, troppo dolore: il più terribile dei drammi si è consumato ieri sera in viale Regione Siciliana, dove due giovanissime ragazze di 21 anni hanno perso la vita in un rocambolesco incidente. Erano a bordo di una Panda insieme ad un amico, quando Alessia Bommarito ha perso il controllo del suo mezzo, probabilmente per colpa dell’asfalto bagnato. L’automobile, a quanto sembra, ha scavalcato la carreggiata ed è finita nella corsia opposta, dove è stata travolta da un Minivan Mercedes.
L’impatto è stato devastante. La Fiat Panda si è ribaltata più volte e le due ragazze sono state balzate fuori dall’abitacolo. Chiara Ziami è finita tra i cespugli. Alessia a bordo carreggiata. All’arrivo dei soccorritori si è consumato il dramma: Chiara era già praticamente morta. Inutile il tentativo di rianimarla. E’ deceduta all’interno dell’ambulanza del 118. Alessia, distesa sull’asfalto esanime, è stata dapprima soccorsa dai passanti che le hanno praticato diverse manovre per rianimarla, successivamente dai sanitari. Poi qualche segno di vita, la ragazza era ancora viva. L’applauso dei presenti, poi la corsa, disperata, in ospedale.
Straziante l’arrivo del fidanzato e dei familiari di Chiara sotto il cavalcavia. “Le avevo chiesto di sposarci” – ha urlato il ragazzo disperato, mentre i poliziotti lo tenevano a fatica per non farlo salire sull’ambulanza. Urla e disperazione da parte dei genitori, per una vita spezzata troppo presto, per un dolore insopportabile, non umano.
Di poco umano c’è anche qualcos’altro però. Sul ponte sovrastante, mentre le ragazze lottavano tra la vita e la morte, decine di smartphone riprendevano per filo e per segno la scena. Sui social, in pochi minuti, c’è tutto: le ragazze a terra, il sangue, le urla di dolore, lo strazio dei familiari. Cacciatori di like che si spintonavano per guadagnarsi la posizione migliore per poter riprendere quei momenti tragici.
Durante la notte anche il cuore di Alessia ha smesso di battere. Davanti alla camera mortuaria dell’ospedale di Villa Sofia c’è Niki Bommarito, fratello di Alessia. Per anni è stato fotografo delle calciatrici della Ludos (oggi Asd Palermo), squadra in cui giocava anche sua sorella nel ruolo di centrocampista. Ci riconosce, ci viene incontro, ci racconta il suo dramma. Ci spiega, con le lacrime agli occhi, che anche a lui e a sua madre, la sera prima, sono state inviate quelle immagini drammatiche. Non le ha volute guardare, gli arrecavano ulteriore dolore.
Mentre una mamma era al capezzale di sua figlia che lottava per non morire in ospedale, dunque, qualcuno le inviava le immagini della ragazza distesa sul selciato in fin di vita. “I social stanno rovinando il mondo e ci stanno rendendo meno umani” si dice spesso. Ma a tutto c’è un limite, anche all’idiozia.