Se lui le avesse fatto del male voleva essere sicura che qualcuno potesse chiamare aiuto. Così aveva ideato un messaggio in codice da inviare via whatsapp a un’amica: un emoticon, un simbolo prestabilito. Se lo avesse ricevuto, l’amica avrebbe dovuto avvisare la polizia.
La donna, una comasca di 58 anni, nel 2019 aveva iniziato una relazione con un tunisino di 50 anni, con cui aveva iniziato una convivenza. Dopo un iniziale frequentazione, l’uomo ad agosto 2022 aveva lasciato il lavoro e si era trasferito a casa di lei a Como. Da quel momento aveva avuto l’inizio l’incubo, l’uomo pretendeva che la donna lo mantenesse in tutto, nonostante non navigasse nell’oro, e che gli comprasse almeno tre pacchetti di sigarette al giorno.
Ma non è finita qui lui le aveva anche vietato di frequentare sia le sue amiche, che era solito insultare, che gli amici, ritenendo che avessero dell’interesse verso di lei. L’aveva del tutto isolata. In questo isolamento, veniva costantemente vessata, insultata, sottoposta a violenze morali e fisiche, e costretta ad assistere alla distruzione della casa durante gli attacchi di rabbia causati quasi sempre da uno smodato consumo di alcol.
Una condizione per la quale ormai viveva in preda alla paura, al punto da sentirsi costantemente in pericolo. Tutto ciò l’ha portata a mettere a punto il sistema di richiesta di aiuto che l’amica avrebbe dovuto garantirle in caso di emergenza. Ma, per fortuna, non ha avuto bisogno di arrivare a questo. Ieri la Squadra Mobile di Como lo ha arrestato e portato in carcere. Le indagini hanno ricostruito una serie di episodi di violenze fisiche, tentativi di soffocamento mettendole il cuscino sulla faccia in piena notte, o minacce di tagliarle la gola con due coltelli da cucina. Un’altra volta, in preda ad una folle rabbia, aveva ribaltato il materasso facendola cadere sul pavimento mentre stava dormendo.
A dicembre dello scorso anno, l’episodio più preoccupante: il cinquantenne tornato a casa ubriaco, aveva inserito uno straccio in una bottiglia di alcol e gli aveva dato fuoco, minacciando di distruggere la casa. Per fortuna è stata la stessa donna ad avventarsi sulla bottiglia e a riuscire a metterla sotto il getto dell’acqua, impedendo il peggio. Questi comportamenti sono progressivamente peggiorati e diventati sempre più aggressivi, al punto che quando la donna, ha cercato di fuggire per chiedere aiuto ai vicini, lui l’aveva rincorsa e trascinata in casa, strappandole il telefono. A fine agosto si era decisa a presentarsi in Questura, sporgendo denuncia, raccontando quello che subiva.