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Giallo Caronia, medici legali: “Viviana si è suicidata, dubbi su Gioele”

Viviana Parisi si è suicidata mentre nessuna certezza su Gioele“, ma per entrambi viene esclusa l’aggressione di animali selvatici o di un uomo. Questa è la conclusione dei due medici legali nominati dalla Procura della Repubblica di Patti, Elvira Ventura Spagnolo e Daniela Sapienza sul caso di Caronia.

Mamma e figlio lo scorso 3 agosto erano scomparsi tra i boschi messinesi, dopo aver avuto un incidente nell’autostrada Palermo-Messina, all’interno di una galleria all’altezza di Caronia. Viviana è stata ritrovata morta dopo cinque giorni mentre Gioele dopo 17. Per i consulenti della Procura di Patti la donna si è lanciata dal traliccio mentre sul bambino non ci sono certezze poiché al momento del ritrovamento il suo corpo era privo degli organi interni, dilaniato da cani e animali selvatici. Ma la morte del piccolo non è stata causata da aggressioni di nessun tipo, a confermare ci sarebbe l’assenza di tracce animali sui vestiti di Gioele.

LA TESI DELLA DIFESA

Per Daniele Mondello, marito e padre di Viviana e Gioele, gli avvocati Pietro Venuti e Claudio Mondello insieme ai consulenti, il criminologo Carmelo Lavorino e Antonio Della Valle, Viviana non si sarebbe suicidata. “Viviana e Gioele sono morti per asfissia in un pozzo, la donna non ha attivato nessun atto aggressivo nei confronti del figlio. Non si tratta sicuramente di omicidio-suicidio e nemmeno la donna è precipitata da quel traliccio dove è stata rinvenuta in seguito“. Questa è la tesi ribadita pochi giorni fa da Lavorino.

Questa settimana i corpi di Viviana e Gioele dovrebbero essere restituiti alla famiglia, come annunciato qualche settimana fa dal procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo. “I corpi non possono essere restituiti ai familiari – aveva dichiarato Lavorino a Palermo Live -. Si devono ancora effettuare gli accertamenti tecnici da noi richiesti (Laser 3D di tutte le ferite, le fratture e le lesioni). Fare sparire le uniche tracce ancora utili è molto avventato e irrispettoso verso noi tutti“.

LA REAZIONE DELLA FAMIGLIA

Intanto Daniele Mondello, padre e marito delle due vittime dei fatti di Caronia, per il prossimo 3 agosto ha organizzato a Venetico una fiaccolata. E non ha nascosto i suoi timori sulla riconsegna delle salme dei suoi familiari, perché teme possa coincidere con un rallentamento nelle indagini. “Non vogliamo che le indagini siano chiuse o i corpi dissequestrati ─ ha dichiarato Mondello ─. Sappiamo che quello della verità è un percorso lungo e difficile e siamo disposti ad attendere i tempi della giustizia terrena“.

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Redazione PL