C’è chi, durante i telegiornali nazionali, l’ha paragonata alle città dell’Indocina, quelle puntualmente colpite da qualcosa come una ventina di tifoni l’anno. Scene di disperazione tra paesaggi devastati, laddove spesso sono gli abitanti delle zone più indigenti a pagare le maggiori conseguenze. E’ un po’ quello che sta avvenendo a Palermo all’indomani del più violento nubifragio della sua storia. Perché se da un lato non può che allietare la notizia della riapertura dei sottopassi di viale Regione Siciliana, oltre che del solerte intervento di ripristino nelle zone del centro storico, dall’altro non si può non prendere atto della totale assenza di sostegno per le periferie del capoluogo isolano.
QUARTIERI PEDEMONTANI I PIU’ COLPITI
Eppure, a parlare chiaro sono state le innumerevoli scene girate coi telefonini dai tanti cittadini ivi residenti. Da Baida a Passo di Rigano, da Belmonte Chiavelli a Ciaculli fino al Cep e a Borgo Nuovo. Complice la pendenza delle strade, dovuta all’ubicazione pedemontana dei succitati quartieri, la furia delle acque, se possibile, è stata ancora più impressionante dell’allagamento della circonvallazione. Automobili private dell’aderenza sull’asfalto sballottate un po’ ovunque, cassonetti dei rifiuti che, con un biglietto fluviale di sola andata da Boccadifalco sono approdati nella piazzetta di Passo di Rigano e tanti, tantissimi detriti rimasti sul groppone di chi in quelle zone ci abita.
“NON DOVREBBERO ESISTERE DISPARITA’ IN BASE ALLE ZONE DELLA CITTA'”
Intervistato da Palermo Live, un uomo manifesta tutta la sua rabbia per i soliti “due pesi e due misure” adottati in circostanze che, invece, dovrebbero prevedere uniformità di soccorso. Perché, la sostanza delle sue rimostranze è questa, in una società civile non possono esistere cittadini di serie a e cittadini di serie b. Il quartiere Borgo Nuovo, che presenta zone letteralmente dissestate dall’alluvione, ha bisogno di un intervento immediato. La parola passa al Comune.
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