Voto di scambio, scarcerati a Palermo il candidato di FdI Lombardo e il boss Vella
Il tribunale della libertà di Palermo adesso ha riqualificato il reato in corruzione elettorale
si Scarcerati Francesco Lombardo, aspirante consigliere comunale di Palermo tra le fila di FdI, e il boss Vincenzo Vella. I due erano stati arrestati il 10 giugno scorso, alla vigilia delle amministrative, per scambio elettorale politico-mafioso. Il tribunale della libertà di Palermo adesso ha riqualificato il reato in corruzione elettorale. Venute dunque meno per i giudici le esigenze cautelari, Lombardo e Vella sono stati scarcerati.
I due sono difesi rispettivamente dagli avvocati Giovanni Rizzuti e Tommaso De Lisi. Nella tornata elettorale, Lombardo ha totalizzato 159 voti. L’accusa a suo carico era quella di aver stretto un patto elettorale con il capomafia di Brancaccio, garantendogli appoggio in cambio di voti.
L’INCONTRO
I due si sarebbero incontrati lo scorso 28 maggio, presso il negozio di ortofrutta del boss. Durante il confronto Lombardo avrebbe chiesto a Vella il suo appoggio in vista delle imminenti elezioni. Decisiva sarebbe stata un’intercettazione ambientale, ottenuta dalle Forze dell’ordine tramite un trojan inserito appositamente nel telefono del boss. Vincenzo Vella, infatti, era tenuto sotto rigida osservazione in seguito alla sua scarcerazione, nonostante una condanna di 20 anni per associazione mafiosa. Pena interrotta da cavilli burocratici.
VOTO DI SCAMBIO, ARRESTI ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI
Un’accusa che ha suscitato scalpore anche per via del quadro in cui è andata a inserirsi. A qualche giorno prima, infatti, l’8 giugno, risaliva l’arresto di uno dei candidati di Forza Italia al Consiglio Comunale, Pietro Polizzi, con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso.
Secondo l’accusa, Polizzi avrebbe stretto un patto con i boss dell’Uditore, i costruttori Sansone, storici alleati del capomafia Totò Riina. Il padrino di Corleone, infatti, fu ospite in una delle loro ville nell’ultimo periodo della latitanza. In manette è finito anche Agostino Sansone, fratello di Gaetano, proprietario della villa di Via Bernini in cui Riina passò gli ultimi mesi prima dell’arresto nel 1993, e un suo collaboratore, Manlio Porretto.