Women Orchestra in tour con un repertorio “cinematografico”

Il 2023 inizia con tre date per la formazione diretta da Alessandra Pipitone: il 2, 6 e 8 gennaio, rispettivamente a Favignana, Cefalù e Gangi

La Women Orchestra diretta da Alessandra Pipitone porterà in giro per la Sicilia le colonne sonore più belle, autentici capolavori di pellicole di grande successo. 
Un repertorio musicale che il grande pubblico ha dimostrato di apprezzare molto e che sarà protagonista dei prossimi concerti.
La formazione al completo annovera circa trenta donne. 

Nata il 25 novembre del 2017 in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, la Women Orchestra sta già elaborando nuovi progetti musicali. 
Il 2023 si preannuncia dunque ricco di novità. 

LE DATE 

Un mini tour di tre appuntamenti, tutti con ingresso libero, in programma per l’orchestra tutta al femminile nei giorni 2, 6 e 8 gennaio, tra le province di Trapani e Palermo
L’anno 2023 comincia in bellezza con un concerto nella cornice dell’ex Stabilimento Florio di Favignana, nelle Isole Egadi, che si terrà lunedì 2 gennaio alle 17:30. 
Venerdì 6 gennaio, giorno dell’ Epifania, sarà il Teatro Cicero di Cefalù a ospitare l’esibizione della Women Orchestra alle  18:30. 
Domenica 8 gennaio, a Gangi, la formazione terrà un concerto nella Sala Polifunzionale, a partire dalle 18:00. 

LE RIFLESSIONI DI ALESSANDRA PIPITONE 

“Eseguiremo un repertorio molto apprezzato dal grande pubblico –  anticipa la direttrice d’orchestra – ovvero le composizioni per film di Ennio Morricone, Nino Rota, Nicola Piovani, Luis BacalovFrancesco Mancini“.
“Stiamo lavorando ad un repertorio dedicato alla tradizione musicale classica del tango – precisa Alessandra Pipitone –  con brani di Astor Piazzolla, Richard Galliano, Isaac Albeniz, Carlos Gardel, Igor Stravinsky, Georges Bizet, Osvaldo Farrés“. 
“È un progetto che, ancora una volta richiama anche il sociale – spiega – poiché il tango è frutto dell’incontro di tradizioni musicali provenienti da più continenti”. 
Non a caso, nel 2009 il ballo è stato dichiarato Patrimonio Unesco perché, come recita la motivazione, “ha un’anima forte che condensa in sé la diversità culturale e il dialogo e rappresenta l’essenza di una comunità meritando di avere questa considerazione a livello globale’.
“Si tratta  – conclude la direttrice  – di un momento di incontro, di conoscenza e contaminazione con l’altro: una metafora che, in un momento storico di grandi divisioni, di guerra e di discriminazioni sociali come quello in corso, ci fa piacere comunicare con il nostro lavoro”.