Facciamo un test, vediamo chi sta con Palermo e con la Sicilia. E scopriamo da che parte stanno gli amici e
chi sono i nemici. Perché di questa distinzione bieca tra Nord e Sud ne abbiamo le scatole piene e se deve
essere la pandemia l’opportunità per fare chiarezza, allora che sia. Da tre giorni non ci sono più posti in
aereo da Milano verso Palermo. E neanche da Bergamo, Genova, Torino e Venezia. Praticamente sono
stati tagliati i collegamenti che hanno sinora assicurato la possibilità di rientro dal Nord in Sicilia di chi ha il
diritto di farlo.
Un’azione profondamente ingiusta. Anzi diciamola per come l’abbiamo pensata: è una porcheria di
dimensioni gigantesche. C’è chi potrebbe pensare che tutto sommato non è poi un gran guaio guardando ai rischi che sussistono ogni qual volta ci sono passeggeri in transito dal Nord e specificatamente da
Lombardia e Piemonte. Ma a pagare, come sempre, sono i meno danarosi, perché se prendi voli che fanno
scalo a Milano o se ti accolli da una a due soste in giro per l’Italia con un po’ di fortuna il posto lo rimedi.
Colpa del Covid -19, è la tesi tecnica che ci viene proposta da chi nei giorni scorsi ha avuto l’opportunità di
rientrare in Sicilia. Si viaggia con 2 passeggeri per fila, ogni aereo per rispettare il distanziamento sociale
perde numerosi posti. Anti economico assicurare troppi voli. Una bella speculazione tagliare le spese in un
momento d’emergenza come questo e una totale assenza di senso etico.
Giustificazione del piffero che viene proprio da chi da anni drena risorse dello Stato e ancora oggi viene
beneficiata di un aiuto che fa inviperire i Comuni siciliani, veri e propri cornuti e mazziati. “Con tutto il
dovuto rispetto per il ruolo e per i lavoratori di Alitalia – dice Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia,
l’associazione che raggruppa le municipalità regionali – non è ammissibile che lo Stato stanzi per la
compagnia di bandiera più soldi che per tutti i Comuni messi insieme”.
Orlando sottolinea il paradosso lamentando in video conferenza con i sindaci di Firenze, Napoli e Milano, lo
stato pre fallimentare dei Comuni italiani, ma nel contempo svela la più atroce delle beffe. Alitalia continua
ad essere sostenuta da quello stesso Stato che poi non riesce a tutelare le più elementari esigenze di una
parte dei suoi cittadini.
E siamo sempre al solito discorso, a prenderla in saccoccia è la Sicilia. Il silenzio istituzionale su questa
ennesima vergogna desta più d’un sospetto. Perché non è proprio da escludere che non dispiaccia per nulla
che il rientro dal nord sia reso così problematico. E peraltro senza alcuna responsabilità diretta.
Torniamo al test di partenza, vediamo chi sta con Palermo e con la Sicilia. Vediamo quali forze politiche
denunceranno questo schifo e quali azioni sapranno mettere in atto a livello nazionale e regionale. Non
sono in discussione le opportune cautele, né la tutela della salute dei siciliani. Chi torna sia sottoposto a
quanto richiesto dalla legge, sia esso quarantena o tampone. E subito, senza indugi o tentennamenti. Ma la
speculazione a danno dei giovani e delle loro famiglie non è tollerabile un’ora di più.