L’ospitata di Nicola Zingaretti da Barbara D’Urso ha avuto il sapore di una sfida. La coincidenza cheil segretario dimissionario del Pd, ieri sera abbia scelto proprio la trasmissione “Live-Non è la D’Urso” per togliersi più di un sassolino dalle scarpe, ai più non è parsa casuale. Pare abbia voluto dire qualcosa alla fazione chic che lo aveva criticato per le lodi che aveva fatto alla conduttrice Mediaset. «Questa è una bella trasmissione ─ ha ribadito sarcasticamente ─, anche se qualcuno preferisce certi salotti…». E poi un’altra stilettata: «Pluralismo non è tacere e poi attaccare».
Dopo il suo polemico addio, condito con le scottanti accuse ai «poltronari» del suo partito, Nicola Zingaretti per la sua prima intervista pubblica ha scelto il salotto nazional-popolare di Canale 5. Quello stesso che aveva difeso appassionatamente dalle ipotesi di chiusura per mancanza di ascolti. Spiegando che «porta la politica vicina alla gente». Barbara, la conduttrice di punta di Mediaset, l’ha accolto esordendo: «Ti dò del tu come faccio con Salvini. Il nostro è l’incontro più atteso della giornata». Lui, Zingaretti, ha ribadito alla D’Urso che la sua è «una bella trasmissione, tanto popolare» e quindi è passato ad attaccare chi lo ha criticato per aver detto questo: «È stata una aggressione che segnalava che qualcosa non andava». Quindi secondo lui è stata una concausa, un pretesto.
Poi ha assicurato che le sue dimissioni sono «irrevocabili», perché «il Pd non è un partito del leader, ma ci sono tante energie». E, inoltre ga aggiunto che neppure è un suo obiettivo fare il sindaco di Roma. Ha tenuto a precisare con le dimissioni ha voluto dare solo «dare una scossa», nel timore che il Pd «si chiudesse troppo». Poi, per il resto, sono stati tutti sorrisoni. Tanti per «Barbara», e persino per Salvini: «Ora bisogna stare uniti per fare le riforme ─ ha detto riferendosi al leader della Lega ─. Poi si tornerà a combattere». Davvero una strana deriva nazional-populista,questaa di Zingaretti. Tanto che, al di là dei messaggi ufficiali di solidarietà e sostegno, e degli inviti a ripensarci, tra i dirigenti dem in molti si interrogano quali siano le sue reali intenzioni. E serpeggia un po’ di diffidenza sulle sue prossime mosse.