Come voluto Leoluca Orlando che da giorni ha fatto pressing sul presidente della Regione Nello Musumeci, dalla mezzanotte di ieri e fino al 14 aprile, per Palermo sarà zona rossa. L’ordinanza è valida per una sola settimana. Ma non è escluso che il periodo venga prolungato, se i contagi non saranno diminuiti, come accaduto per Caltanissetta, Caltavuturo, Palma di Montechiaro e Scicli.
A Palermo, dopo il ritorno della massima limitazione, commercianti, ristoratori e genitori degli alunni delle scuole sono sul piede di guerra. Anche perché dopo il pasticcio sui dati, c’è molta diffidenza. Zona rossa, per tanti esercizi commerciali che finora sono stati aperti, come i centri estetici e i negozi di beni non essenziali, significa chiusure prolungate. E per le classi dalla seconda media in poi il ritorno della didattica a distanza. La posizione di Confcommercio è durissima. Il presidente Patrizia Di Dio, come scrive Repubblica Palermo , ha tuonato: «Non accettiamo provvedimenti restrittivi sulla base di un sistema di conteggio dei dati a dir poco inadeguato e artigianale. Non sembra che siano superati i parametri oggettivi stabiliti dal ministero che farebbero scattare la zona rossa. Abbiamo vitale bisogno di lavorare – dice ancora Patrizia Di Dio -. A chi è costretto a chiudere la propria attività senza avere sostegni adeguati ma solo piccole elemosine, rimane solo il lavoro per restare in vita».
Neppure Confesercenti si fida. Da oggi raccoglie le firme per propone alle istituzioni un decalogo di proposte per la ripartenza. Perché le misure adottate finora «non hanno funzionato». Protestano anche i commercianti, costretti a chiudere, e Repubblica riporta i loro duri commenti. La titolare di un centro benessere, costretta a rimandare gli appuntamenti, dice: «Mentre noi cancelliamo le liste di clienti, si moltiplica il lavoro in nero con parrucchieri ed estetiste pronti ad andare a “domicilio”. E noi intanto paghiamo affitti e costi fissi ».
Sono molto arrabbiati i commercianti che hanno già bruciato, dopo Natale, la stagione dei saldi, E adesso si vedono costretti a chiudere di nuovo bottega. «È evidente – dicono presidente e il direttore di Confesercenti Palermo, Francesca Costa e Michele Sorbera – che il sistema messo in campo per ridurre i contagi non funziona, nonostante le chiusure ripetute, i contagi restano alti. Proponiamo un patto di riapertura in sicurezza per terziario, commercio e turismo, ormai allo stremo». Sono in agitazione anche i ristoratori. C’è chi, come Fipe Confcommercio, chiede garanzie per la riapertura in zona gialla il 3 maggio, e chi minaccia di aprire per protesta come Mio Italia Sicilia.