Oggi ricorre il 29esimo anniversario dell’omicidio del giornalista siciliano Beppe Alfano, ucciso dalla mafia a Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese, l’8 gennaio 1993.
Giornalista coraggioso e noto per le sue inchieste contro la mafia locale. La sera dell’8 gennaio 1993, intorno alle 22, venne ucciso con tre colpi di pistola calibro 22 mentre era fermo alla guida della sua Renault 9, in via Marconi, a Barcellona Pozzo di Gotto.
Al delitto seguì un lungo processo, tuttora non concluso, che condannò un boss locale, Giuseppe Gullotti, all’ergastolo per aver organizzato l’omicidio. Restano però ancora ignoti i veri mandanti e le circostanze che provocarono l’ordine di morte nei suoi confronti.
Appassionato di giornalismo e militante di destra sociale (in gioventù fu militante di Ordine Nuovo e poi del MSI-DN), Alfano collaborò con alcune radio provinciali, come l’emittente locale Radio Tele Mediterraneo. Fu corrispondente de La Sicilia di Catania. Lavorò per due televisioni locali della zona di Barcellona Pozzo di Gotto, Canale 10 e poi Tele News. Questa ultima di proprietà di Antonino Mazza, anch’egli ucciso dalla mafia.
Non fu mai iscritto, in vita, all’albo dei giornalisti per una sua posizione di protesta contro esistenza stessa dell’albo medesimo. Gli venne concessa l’iscrizione all’albo dei “Giornalisti pubblicisti” alla memoria, dopo la morte.
“Domani (oggi, ndr) ricorre il 29esimo anniversario del delitto di mio padre. E come ogni anno, la “società civile” e le varie associazioni antimafia, che per alcune vittime di mafia si sbracciano per organizzare convegni, festival e e chi più ne ha più ne metta, anche per quest’anno, mio padre lo hanno dimenticato. Che dire, grazie a tutti e fatevi un esame di coscienza. Tenetevi i vostri messaggi pregni di ipocrisia e continuate con l’antimafia di facciata! Noi, vi conosciamo bene. Manchi ♥️ Sonia Alfano.
“Beppe Alfano era un giornalista tenace e scomodo, un uomo coraggioso alla continua ricerca della verità. Ecco perché fa male ancora di più constatare, a ormai 29 anni dal suo omicidio, che di quella esecuzione in piena regola conosciamo i bracci armati ma non i mandanti. Il modo migliore per alimentare la memoria di Beppe Alfano è non rassegnarsi, ma rinnovare l’impegno quotidiano nella ricerca della verità e nella convinta lotta contro ogni tipo di malaffare”. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, nell’anniversario della uccisione di Beppe Alfano.