A Mariupol niente cadaveri: in funzione forni crematori russi mobili?

Mariupol è una città affacciata sul Mar d’Azov, situata a sud-est, non lontano dal confine. È una città da un mese in agonia: ha visto bombardare il suo teatro, i suoi ospedali, radere al suolo gran parte degli edifici. Mariupol fino al 24 febbraio era una città in cui abitavano e conducevano una vita normale 430mila persone. Ora si muore ogni giorno, a causa dei combattimenti violenti, di esecuzioni, ma anche per la fame e per la sete, perché non è rimasto più nulla. In questa città,  secondo il consiglio comunale cittadino che ieri ha scritto un post sui social. Secondo il post i russi non vorrebbero commettere gli stessi errori di Bucha. Non vorrebbero lasciare i segni del loro passaggio. insomma, non vorrebbero cadaveri. Né quelli dei cittadini di Mariupol uccisi e neppure quelli dei soldati di Putin caduti in battaglia. Nel post si legge: «I forni crematori mobili russi hanno iniziato a funzionare. Dopo l’ampia pubblicità internazionale del genocidio di Bucha, i vertici della Federazione russa hanno ordinato la distruzione di qualsiasi prova di crimini del suo esercito a Mariupol».

IL SINDACO DI MARIUPOL: «QUESTA È UNA NUOVA AUSCHWITZ»

Secondo gli amministratori locali filo ucraini, a Mariupol « stime prudenti di una settimana fa,  hanno portato il bilancio delle vittime a 5.000». Ma date le dimensioni della città, la distruzione catastrofica, la durata del blocco e la dura resistenza,  potrebbero essere caduti vittime degli occupanti decine di migliaia di civili di questa città. Ecco perché la Russia non ha fretta di dare il via libera alla missione umanitaria turca e ad altre iniziative per salvare e completare l’evacuazione di Mariupol. «Prima vuole eliminare i cadaveri ─ hanno scritto gli amministratori , e  inoltre tutti i potenziali testimoni delle atrocità degli occupanti. Che vengono identificati ed eliminati». A guidare l’operazione, secondo gli ucraini, è l’auto proclamato sindaco “collaborazionista” Kostiantyn Ivashchenko. Il sindaco in carica fedele a Kiev, Vadym Boychenko, ha usato parole molto forti, probabilmente sproporzionate. Al di là della drammaticità e del dolore indicibile di Mariupol: «Questa non è più la Cecenia o Aleppo. È peggio. Questa è la nuova Auschwitz», ha detto. Comunque, secondo qualcuno,  la notizia dei forni crematori mobili sarebbe una bufala.

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Redazione PL