Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, due siciliani tra i premiati
A ricevere il titolo di accademico saranno Paolo Giansiracusa e Sebastiano Lo Monaco
Il consigliere d’amministrazione della Fondazione INDA Paolo Giansiracusa e l’attore Sebastiano Lo Monaco riceveranno, domenica 24 gennaio, il titolo di accademico d’onore dell’ Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Entrambi siciliani e originari della provincia di Siracusa, rispettivamente di Ferla e Floridia, saranno insigniti insieme all’artista austriaco Hermann Nitsch.
La prestigiosa onorificenza, creata intorno alla metà dell’800, ha ripreso a vivere nel 2014 dopo anni di oblio. A riceverla, in passato, personaggi del calibro di Carla Fracci, Franco Nero, Piera Degli Esposti, Pietro Grasso, Sheikha Mai, Amyn Aga Khan e Fernando Botero.
La cerimonia è in programma alle 17:00 e sarà trasmessa in diretta facebook sulla pagina Eventi Accademia Albertina di Belle Arti Torino.
A introdurre i premiati, saranno il direttore dell’Accademia Edoardo Di Mauro, il regista e drammaturgo Salvo Bitonti e il docente, storico e critico d’arte Gabriele Romeo.
GLI ACCADEMICI D’ ONORE
Paolo Giansiracusa
Storico dell’Arte, è docente universitario ordinario, titolare della prima cattedra di Storia dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Ha compiuto studi di scenografia, architettura e ingegneria nelle Università italiane e pontificie e ha conseguito con lode la laurea in Arti visive e Discipline dello Spettacolo, con la specializzazione in Scenografia.
Ha pubblicato numerosi volumi d’arte con le case editrici Bompiani, Etas, Fabbri. Dirige i Quaderni del Mediterraneo, una collana di studi e ricerche sui beni culturali italiani e ha tenuto lezioni per la Harward University nei corsi di Summer University svoltisi in Sicilia, per l’Università di Malta e l’Università Centrale Trinity College di Dublino. Sia al Comune che alla Provincia Regionale di Siracusa è stato assessore all’Istruzione, alla Cultura e ai Beni culturali.
Attualmente, è componente del CdA dell’INDA.
L’Istituto Superiore del Dramma Antico, di recente, ha ripreso il ciclo di incontri dal titolo “Antichi Pensieri” , con attori, registi, interpreti e studiosi per discutere di teatro, arte e spettacolo. Il primo dei tre appuntamenti – dal 22 gennaio al 5 febbraio – tenuto dal professore Nicola Cadoni, docente di latino e greco, ha riguardato il tema del teatro dal punto di vista di due grandi filosofi, Aristotele e Platone. Venerdì 29 gennaio Roberta Carlotto e Paola Macchi si confronteranno su “La trilogia classica di Luca Ronconi al Teatro Greco nel 2002″ e venerdì 5 febbraio sarà la volta di Renata Molinari e Giovanna Marini su “Troiane di Euripide”.
Gli incontri, sulla pagina Facebook della Fondazione, guidati dal sovrintendente Antonio Calbi, si terranno ogni venerdì alle ore 18:00.
Sebastiano Lo Monaco
Più volte protagonista al Teatro Greco di Siracusa, l’attore è diplomato all’ Accademia Nazionale d’Arte Drammatica.
In teatro ha lavorato anche con Enrico Maria Salerno, Salvo Randone, Adriana Asti e Annamaria Guarnieri.
Con la propria compagnia produce spettacoli scritturando attrici come Paola Borboni e Alida Valli e registi come Giuseppe Patroni Griffi, Roberto Guicciardini e Mauro Bolognini.
Tra i molti testi da lui interpretati, figurano “Enrico IV”, “Così è se vi pare”, “Il berretto a sonagli”, “Questa sera si recita a soggetto”, “Sei personaggi in cerca d’autore” , e “Non si sa come” di Luigi Pirandello, “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand, “Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller, “Otello” di William Shakespeare ed “Edipo Re” di Sofocle al Teatro Greco di Siracusa (2004).
Ha recitato anche in alcuni film tra i quali “Festa di laurea” di Pupi Avati (1985), “I Vicerè” di Roberto Faenza (2007), “Dove siete? Io sono qui” di Liliana Cavani (1993) e “Body Guards – Guardie del corpo” di Neri Parenti (2000).
In televisione è stato tra gli interpreti de “La piovra 9”, “Un prete tra noi”, “Sarò il tuo giudice”, “La romana” e “Joe Petrosino”.
Hermann Nitsch
Nato a Vienna nel 1938, ha ideato una nuova forma di teatro “Das Orgien Mysterien Theater“. Senza l’uso della parola, essa coinvolge in maniera immediata tutti i cinque sensi, in una rappresentazione catartica della vita nei suoi aspetti estremi.
Nella sua arte, convivono istinti dionisiaci e spiritualità apollinea, passando attraverso i più bassi istinti umani.
Le sue Azioni di pittura nascono dal suo teatro carnale e sinestetico, per astrazione simbolica.
Nel 2015, fu al centro di violentissime proteste, a causa di una mostra ai Cantieri Culturali della Zisa, a Palermo. L’esposizione aveva quali protagonisti i corpi di animali crocifissi e mutilati (acquistati dall’artista dopo la macellazione). Accusato di violenza contro gli animali, si è sempre dichiarato, al contrario, un sostenitore delle loro istanze e dei loro diritti.
L’ ACCADEMIA ALBERTINA DELLE BELLE ARTI
Considerata dai torinesi un vero e proprio gioiello, l’Accademia torinese è una delle più antiche d’Italia.
Anche se il nome di “Albertina” rimanda a Carlo Alberto di Savoia, a cui si deve la “rifondazione” dell’Accademia nel 1833, le origini di questa sono molto più remote.
Già nella prima metà del Seicento era attiva a Torino l’ “Università dei Pittori, Scultori e Architetti”, che diventa nel 1652 “Compagnia di San Luca”, e che assumerà l’appellativo di Accademia nel 1678. Dopo altre riforme, sotto Vittorio Amedeo III nel 1778 e durante la dominazione napoleonica, intorno al 1833, si attuò una vera e propria “rifondazione” ad opera di Carlo Alberto.
La “Regia Accademia Albertina” acquisì una nuova sede nell’edificio tuttora occupato.
L’ Accademia si arricchì inoltre di una significativa Pinacoteca, dove confluiscono le collezioni del marchese Monsignor Mossi di Morano e i cartoni gaudenziani di proprietà sabauda.
Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento l’Accademia accompagnò il passaggio dal realismo all’arte nuova, nella direzione dell’eclettismo, del Liberty e di un rinnovamento delle tematiche, con la pittura di paesaggio e di genere.
Tra i protagonisti Antonio Fontanesi, Giacomo Grosso, Cesare Ferro e la scultura di Vincenzo Vela, Odoardo Tabacchi ed Edoardo Rubino.
LA TRASFORMAZIONE – DAGLI ANNI QUARANTA AD OGGI
L’ Albertina consuma l’ultima svolta dall’inizio degli anni quaranta, con l’apporto di alcuni rappresentanti della cultura figurativa torinese.
I modelli sono quelli dell’avanguardia mitteleuropea e francese.
In questi ultimi anni l’Accademia Albertina si è ulteriormente trasformata e rinnovata, promuovendo numerose iniziative didattiche e culturali. Tra esse, la riorganizzazione e la riapertura al pubblico della Pinacoteca, il restauro del palazzo e la razionalizzazione degli spazi interni.
Di particolare interesse, l’intensa attività di mostre, conferenze, seminari e manifestazioni e la massiccia introduzione dell’informatica.
Il corso sperimentale di Conservazione e Restauro prese il via nell’anno scolastico 1997-98.