Nuova aggressione in un ospedale palermitano. L’ultimo episodio della lunga trafila si era verificato venerdì 8, quando una pediatra di Villa Sofia era stata avvicinata con fare minaccioso da un uomo e una donna, rispettivamente di 36 e 55 anni. Qualche settimana prima, un medico della stessa struttura era finito nel mirino di un gruppo di persone, riportando una frattura delle ossa nasali.
Adesso una nuova aggressione si registra al Policlinico di Palermo. Il fatto è accaduto ieri, domenica 10 luglio, intorno alle 21, nel reparto di Gastroenterologia. La furia di due uomini ha investito il medico di guardia, che si è visto addirittura scaraventare una scrivania addosso.
Secondo quanto reso noto dall’ospedale, terminato l’orario delle visite, il medico aveva invitato la figlia di una paziente ad uscire. “Di fronte alle insistenze continue e ripetute di voler rimanere con la madre, il professionista aveva manifestato la disponibilità a discutere per valutare una soluzione, ma non c’è stato il tempo – spiega una nota -. Nell’arco di pochi minuti la figlia ha agevolato il passaggio in reparto del padre e del fratello che hanno fatto irruzione in reparto colpendo il professionista con calci e pugni, scaraventandogli addosso anche una scrivania e procurandogli una lussazione alla spalla e una frattura dell’omero. Dopo l’intervento dei Carabinieri il professionista è stato accompagnato in pronto soccorso dove è stato dimesso con una prognosi di 40 giorni“.
“Un episodio grave e ingiustificabile”, sottolinea il commissario straordinario dell’AOUP, Alessandro Caltagirone. “Esprimo la mia personale vicinanza e solidarietà al professionista aggredito. Di certo in questa occasione la dinamica dei fatti ha favorito l’ingresso degli altri parenti e la conseguente aggressione. L’AOUP è presidiata dai servizi di vigilanza, ma non è possibile in modo assoluto controllare tutti coloro che transitano nei viali interni, tanto più chi, come in questo caso, ha il passaggio favorito da un parente all’interno. Condanniamo con fermezza ogni atto di violenza e valuteremo – atto che spetta all’Azienda – di costituirci parte civile nel procedimento penale che verrà determinato“.