Agrigento, taglia braccio di un familiare con un coltello da macellaio

La lite era scoppiata per futili motivi

braccio

Una lite familiare sfociata nel sangue quella consumatasi nella notte tra sabato 22 e domenica 23 maggio in provincia di Agrigento, esattamente a Castrofilippo. L’accesa discussione ha coinvolto tre persone; due sono rimaste ferite. A riportare i danni maggiori un uomo di 43 anni, colpito più volte con un coltello lungo 48 cm. Un braccio gli è stato quasi tranciato.

La dinamica

La violenta lite è scoppiata, in strada, tra alcuni membri di una famiglia di nomadi camminanti. Stando alle ricostruzioni dei Carabinieri della compagnia locale e del nucleo Radiomobile della compagnia di Canicattì, la discussione tra P.R., 32 anni, G.R., 56, sarebbe iniziata per futili motivi. Un terzo individuo, G.G., 43 anni, si è in seguito aggiunto in difesa del ragazzo.

Il 56enne si è allora diretto verso la propria abitazione, da cui ha preso una carabina ad aria compressa e il coltellaccio. Dopo diversi colpi esplosi contro P.R., il 43enne si è scagliato contro l’aggressore ricevendo diversi fendenti.

L’uomo è stato ferito al volto e alle braccia. In particolare, un colpo gli ha tranciato i tendini del braccio sinistro. La vittima è stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Canicattì e poi al Civico di Palermo. Dovrà sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico. Per P.R. i medici dell’ospedale di Canicattì hanno stabilito una prognosi di 15 giorni.

I carabinieri, intanto, hanno recuperato le armi e hanno arrestato G.R. L’uomo nella comunità dei nomadi camminanti è conosciuto come arrotino. In casa sua aveva nascosto sotto un armadio il coltello insanguinato. Dovrà adesso rispondere di tentato omicidio pluriaggravato.