Ormai sono mesi, anni, che ai Rotoli esiste una situazione tragica, infernale, con circa mille bare in attesa di trovare una giusta, definitiva sistemazione. Ordinanze, provvedimenti, un alternarsi di direttori e ribalte nazionali pare non riescano a fare calare l’enorme numero di salme che aspettano una doverosa e civile sepoltura. Per questo si resta a bocca aperta quando nel Giornale di Sicilia di oggi si legge che le inumazioni ai Rotoli sono, paradossalmente pesantemente bloccate anche per la mancanza di un uomo, un operaio.
Nella cronaca del giornale cittadino è scritto che da marzo è parcheggiata tra i viali del cimitero una minipala Bobcat. Non c’è nessuno in grado di salirvi su, avviare il motore, ingranare la marcia e farla muovere. Questo perché manca un autista dedicato. Fino a marzo aveva provveduto un dipendente Coime. Quindi si erano potuti liberare posti nei cosiddetti campi temporanei dove in genere le salme dovrebbero riposare da 6 anni a 10 anni prima di essere esumate. Dopo i 6 anni occorre capire a che punto è arrivata la decomposizione della salma. Per farlo occorre l’impiego del Bobcat. Senza il suo impiego, da marzo si è bloccato tutto.
Ci sono oltre 500 defunti che aspettano in deposito da un anno e mezzo, con gli effetti che purtroppo si sono già manifestati e cioè lo scoppio delle bare ed il percolamento che ha fatto scattare l’allarme sanitario. E pensare che nei terreni sparsi tra la parte a valle e la parte a monte del camposanto dei Rotoli di spazio ce n’è ed è tanto. in ogni campo ci sono in media circa 70 posti. Degli 80 totali, ben 23 sono scaduti con una ipotetica disponibilità che arriverebbe a 1.823 salme sistemate, e anche qualcosina di più.
Il consigliere Antonio Randazzo, componente della IV commissione Igiene e Sanità, che denuncia da mesi la vergognosa situazione del cimitero, commenta: «Trovo questa situazione veramente incredibile. Chiederò subito di convocare una seduta di commissione per fare luce sulla mancanza dell’autista che deve immediatamente essere risolta con un trasferimento, magari dello stesso dipendente Coime che svolgeva il servizio».