E’ stato ritrovato morto questa mattina dagli agenti della polizia penitenziaria un giovane detenuto del carcere Ucciardone di Palermo. F. M. – queste le sue inziali – aveva solo 25 anni; si sarebbe tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo all’interno della sua cella.
Sono in corso le indagini per comprendere i motivi dietro al suicidio del ragazzo, che stava scontando una pena definitiva di tre anni e otto mesi per delle rapine compiute nel capoluogo. Tuttavia, il caso non fa altro che mettere in luce un dato preoccupante che riguarda tutto il territorio italiano, non solo il carcere palermitano.
A sottolinearlo è Pino Apprendi, presidente di Antigone Sicilia. “Sono 9 i casi di suicidio, con quello dell’Ucciardone, dal primo dell’anno nelle carceri italiane. Il sistema penitenziario non è in grado di garantire la dovuta tutela della salute, soprattutto ai soggetti più fragili. I nostri appelli inascoltati sono ormai all’ordine del giorno. Antigone Sicilia, il 4 febbraio scorso, aveva titolato un comunicato stampa, “SOS SANITÀ PENITENZIARIA”. Il giovane detenuto di 26 anni suicidatosi con le lenzuola, doveva scontare una pena definitiva di 3 anni e 8 mesi e il suo avvocato pare che avesse già segnalato il suo disagio psichico. Basteranno poche ore per archiviare anche questo caso, tutti responsabili, nessuno responsabile. Il dolore rimarrà alla famiglia che non troverà mai la pace della rassegnazione”.
Ad inaugurare la triste lista dei suicidi nelle carceri italiane nel 2022 sono stati un detenuto di Salerno e uno di Vibo Valentia. Ai nove casi totalizzati in poco più di un mese, si aggiungono i tentativi di suicidio, sventati spesso dagli agenti penitenziari.
E’ quanto accaduto, ad esempio, il 7 gennaio scorso, nel carcere Malaspina, a Palermo, dove un minore ha tentato di impiccarsi con un cavo. A salvarlo il provvidenziale intervento di un agente e di un altro detenuto.
Nel 2021 i suicidi in carcere sono stati 54; oltre 500 negli ultimi dieci anni. A rendere noti i dati è stato il segretario generale del sindacato polizia penitenziaria Aldo Di Giacomo. Segnalate anche decine di migliaia i casi di autolesionismo e numerosi suicidi sventati. “Come sostengono gli esperti la pandemia se in generale ha accentuato situazioni di disagio mentale, apprensione ed ansia, ha avuto e continua ad avere ripercussioni ancora più gravi nelle carceri dove il personale di sostegno psicologico come quello sanitario in generale ha numeri ridotti e non riesce a far fronte all’assistenza ancor più necessaria negli ultimi due anni di Covid”.
Proprio il Covid ha creato un’altra emergenza all’interno degli istituti penitenziari. “Nelle carceri italiane, a causa della variante Omicron , si registrano casi sempre più frequenti di positività”, aveva avvertito all’inizio dell’anno Armando Algozzino, segretario nazionale della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria.
“Malgrado in tutta Italia crescano i contagi da Covid 19 – aveva proseguito – il governo appare disinteressato alla preoccupante situazione in atto presso le strutture carcerarie“. Algozzino aveva dunque parlato di scelte contraddittorie, sottolineando il contrasto tra l’obbligo vaccinale per gli agenti e la mancanza di obbligo di Green Pass per chi, invece, entrasse nelle carceri, a vario titolo. Allarme in particolare in Sicilia: “Alle criticità sanitarie si aggiungono disagi ormai annosi, quali la carenza di personale, i carichi eccessivi di lavoro” e , in taluni casi, “anche le condizioni strutturali e igieniche degli spazi detentivi, privi di sicurezza sia per il personale che per la popolazione detenuta”.
Insomma, una situazione al collasso per molteplici fattori. Un quadro che richiede un intervento urgente. A tal proposito, si segnala a Palermo l’iniziativa del comitato “Esistono i diritti”, che da anni lotta sui temi dei cittadini detenuti e della giustizia giusta. Dopo l’approvazione, nei mesi scorsi, del regolamento sul Garante comunale per i diritti dei detenuti, il comitato transpartitico palermitano si è appellato al sindaco Leoluca Orlando perché si procedesse in direzione della nomina della figura. L’1 febbraio il Comune di Palermo ha, infine, pubblicato il bando.
“Abbiamo iniziato questa lotta oltre quattro anni fa – commenta a Palermo Live, il fondatore del comitato Gaetano D’Amico -. Grazie soprattutto al lavoro dei consiglieri comunali iscritti al comitato “Esistono i diritti”, il regolamento è stato approvato. Ci siamo appellati poi al sindaco di Palermo affinché si arrivasse al bando. Ora finalmente la notizia è arrivata. Siamo in dirittura d’arrivo. La vita del diritto e il diritto alla vita è stato conquistato anche grazie all’iniziativa politica, non violenta e democratica del Comitato”.