Allarme tempesta geomagnetica, siamo a rischio? Facciamo un po’ di chiarezza

La Terra è investita in questo weekend da un flusso di particelle frutto di una eccezionale attività sulla corona del Sole, ma il NOAA ridimensiona il fenomeno

tempesta

Quanti di voi in questo momento, magari mentre state leggendo questo articolo, sono stesi sulla spiaggia a godersi il sole estivo? Ci auguriamo tanti, anche perché l’astro del nostro sistema planetario dal quale dipende la stessa vita sul nostro pianeta, non solo ci scalda (pure troppo a volte) e ci abbronza, ma ci “disturba”, anche se non modo difficile da percepire.

Cos’è una tempesta geomagnetica

È di questi giorni la notizia, diffusa dal NOAA (National Oceanic and Atmospherical Administration) l’agenzia governativa degli USA che si occupa di monitoraggio ambientale, di una eccezionale attività magnetica sulla superficie del Sole. La nostra stella è caratterizzata da continue e frequenti “tempeste solari”, che esattamente come quelle terrestri generano un “vento” solare che proietta nello spazio un flusso violentissimo di particelle ad alta energia. Queste particelle raggiungono la Terra, con effetti potenzialmente dannosi per l’uomo. Questa attività solare è continua, e per fortuna la nostra atmosfera ci protegge adeguatamente, ma quando ci sono dei picchi di attività, le conseguenze possono essere tangibili anche per noi.

La versione degli esperti

In particolare in questi giorni, il NOAA ha rilevato un evento di particolare intensità che è stato riportato da tutti gli organi di stampa scientifici e generalisti. La “tempesta geomagnetica” che ha subito il nostro pianeta in questi giorni (e che ha il picco proprio in questo weekend)  potrebbe causare disturbi nelle trasmissioni satellitari, nelle trasmissioni radio e anche nelle rilevazioni dei sistemi GPS.

Fortunatamente si tratta di allarmi lievi, e praticamente rivolti solo agli scienziati. Il NOAA stesso ha infatti classificato gli effetti geomagnetici sulla terra con un indice compreso tra G1 e G3 (in una scala da 1 a 5), cosa che limita i rischi per la salute agli astronauti (un pensiero per la nostra “Astro” Samantha Cristoforetti) e limita i disagi percepibili solo agli strumenti di trasmissione e ricezione di segnali radio, a causa dell’atmosfera maggiormente ionizzata.