Almaviva, tutto pronto per le prime assunzioni in Covisian, ma in 53 rifiutano il passaggio

Rinunce inattese da parte di oltre cinquanta lavoratori che avrebbero dovuto dimettersi da Almaviva per transitare in Covisian. Per loro si delinea nuovamente un futuro incerto

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Nuovi colpi di scena nella vicenda Almaviva-Covisian, che pareva essersi del tutto risolta lo scorso 16 giugno. Data in cui, infatti, si era raggiunto un accordo che prevedeva l’assunzione complessiva di 522 lavoratori. Di questi 200 sarebbero stati  assunti direttamente da ITA (che successivamente aveva comunicato l’aumento di 50 unità) e 322 assorbiti da Covisian. Tuttavia, al momento di iniziare fattivamente le procedure di transito da Almaviva alla società milanese, 53 dei primi 136 operatori si sono rifiutati di firmare la lettera di dimissioni, rimanendo così in cassaintegrazione fino a febbraio 2023.

Alla luce di questi risvolti sono diversi i punti interrogativi, a partire dal futuro dei lavoratori che con sorpresa hanno rinunciato alla nuova collocazione. Scaduto il periodo di indennità, infatti, potrebbero trovarsi disoccupati, non potendo più usufruire della tanto citata “clausola sociale” per cambio appalto. Inoltre c’è da capire anche se la situazione si ripeterà anche durante la prossima tranche di spostamenti di lavoratori da Almaviva a Covisian. Qualora, infatti, ci fossero altri che vorranno seguire “l’esempio” dei colleghi, il numero delle assunzioni previste prossimamente, 169 entro gennaio 2023, potrebbe drasticamente ridursi.

Pare, peraltro, che non vi sia neanche la possibilità che il personale occupato rimanga in Almaviva. L’azienda di call center, infatti, potrebbe presto perdere anche altre commesse, tra cui Ministero della Salute e Trenitalia. Situazione che aprirebbe un nuovo preoccupante scenario, che metterebbe in discussione i posti di lavoro di altri 500 dipendenti.