Angela Chianello alias Angela da Mondello, o, fate voi “un cinne Coviddi”, è ormai un fenomeno social. Talmente tanto social che, durante la diretta di Palermo Live, accorgendosi che la casalinga palermitana non avrebbe partecipato il contatore delle persone connesse ha subito un crollo vertiginoso. Bisogna prenderne atto. In questo periodo fortemente segnato dal trash, chi riesce a cavalcare l’onda, magari aiutato da abili burattinai si tappa le orecchie e va avanti per la sua strada. E’ comunque un modo per giocarsi quelle chanche di notorietà, o per meglio dire visibiltà, che altrimenti sarebbe difficile raggiungere. “Perchè, a persone come Angela da Mondello, quante possibilità di farsi avanti concede la nostra società?”. Lo dice Salvo Altadonna, consigliere della V^ circoscrizione che, in scuole ubicate presso quartieri indigenti della città ci insegna.
E per fare intendere meglio il suo pensiero aggiunge: “Non credo sia giusto aspettare che un ragazzino venga rinchiuso nel carcere minorile Malaspina per potere svolgere attività artistiche virtuose. Una vocazione, un’attitudine sarebbe piuttosto corretto che lo stesso la scoprisse all’esterno, nel contesto della società in cui vive“. Altadonna va più in là con il suo pensiero: “Fermarsi alla sterile presa di posizione con te o contro di te, atteggiamento superficiale tipico dei social non porta da nessuna parte“. Già, perchè è dal punto di vista prettamente antropologico che determinati fenomeni, apparentemente privi di sostanza vanno analizzati. Come quello di Angela per l’appunto.
“La carnefice non può essere la signora Angela – afferma Salvo Altadonna – , quanto piuttosto chi ne cavalca il momento di notorietà per i propri interessi. Che siano di share televisivo piuttosto che di produzioni discografiche”. Il riferimento è chiaramente a Lele Mora, recentemente pronto a fare firmare alla donna un contratto e a Barbara D’Urso, vero e proprio trampolino di lancio per la Chianello. “Offendere Angela sui social, utilizzando i più volgari epiteti è come sparare sulla croce rossa. Cerchiamo piuttosto di capire meglio come fare affinchè non si creino schiere di ragazzini, ma non solo, pronti a divenire fans di certi fenomeni. Da insegnante deve essere questa la vera missione. Ma per farlo – conclude Altadonna – non si può non scavare a fondo nel tessuto di una società dai valori fortemente mutati”.
Il resto dell’intervista lo potete seguire attaverso il Live che vi proponiamo