Scherza coi fanti e lascia stare i santi. Il comico Angelo Duro sta sperimentando in prima persona come i vecchi proverbi abbiano sempre un fondo di verità. E non valgono le buone intenzioni, che certamente animavano le “incursioni” dell’attore palermitano per ritrovare, nei luoghi più disparati, il contatto con il pubblico perso durante la pandemia per le restrizioni agli spettacoli con il pubblico. Supermercati, fast food, da solo o con ospiti, per spettacoli improvvisati, davanti a clienti e avventori sorpresi e divertiti. Sempre allontanato dalla security, ma tutto finiva lì. Il prete di una parrocchia romana, dove Duro si è presentato con alcuni fan-spettatori, lo ha cacciato, senza ricorrere alla spada di fuoco dell’arcangelo Gabriele, ma è andato oltre, ricorrendo alla arma laicissima della denuncia.
Lo ha annunciato lo stesso Duro con un post sui social:
“È ufficiale, andrò all’inferno. O almeno, per il momento. Sì. Adesso vi spiego. Ho deciso di dirvelo perché è bene che voi, che state seguendo il mio alternativo tour, lo sappiate. Il parroco, a cui circa un mese fa ho provato a sottrarre la platea nella sua parrocchia, e al quale ho spiegato le ragioni della mia protesta, mi ha denunciato. Sì. Assurdo. Ora non solo me la dovrò vedere con Dio, pure con il giudice. Vi rendete conto? Ovviamente, anche un bambino lo capisce, non era mia intenzione offendere il prete o attaccare la chiesa. Vi ringrazio per la stima ma non sono ancora così forte. Forse tra qualche anno. Ma adesso no. Le mie incursioni, come avete visto, sono state solo un modo per evidenziare disuguaglianze, sì insomma, le cazzate, fatte da chi sta gestendo l’emergenza sanitaria.
“Scelte che hanno penalizzato molti settori – lamenta Angelo Duro – , tipo, in questo caso, il mio, appunto. E lasciato a casa, senza lavoro, migliaia di persone, senza dirgli neppure che fine avrebbe fatto la loro professione. La domanda che pongo è sempre la stessa: perché sui mezzi pubblici, a scuola, al supermercato, nei comizi e in tanti altri posti, si può accedere senza green pass e senza restrizioni, e nei teatri invece non è possibile? Ah? C’è qualcuno che me lo dice? Perché io, che sono ignorante, non ci capisco nulla. Se ci fosse qualche intellettuale a delucidarmi, con un linguaggio povero e infantile, forse lo capirei. Ma non c’è. Anche al Ministero degli Interni, dove giorni fa sono stato invitato, non sono riuscito ad avere una risposta chiara.”
“Quindi, in attesa che qualcuno mi delucidi sulla questione, mi auguro che il parroco, che è un uomo di chiesa, perciò, sicuramente, una persona comprensiva e disponibile ad aiutare e ad ascoltare gli altri, ritiri la denuncia a mio carico, che tra l’altro è pure una denuncia penale, e accolga il mio invito ad incontrarci nuovamente di persona, per chiarirci e magari avere la possibilità di ricevere anche il suo supporto. Ho commesso un peccato per dar voce e sostenere il mio settore, settore con migliaia di posti di lavoro in pericolo da due anni. Vorrei essere punito con ventidue padre nostro, sedici atto di dolori, venticinque Ave Maria, mettici pure sei Salve Regina, ma non merito una denuncia penale. La pena – conclude Angelo Duro – l’ho già subita con due anni di stare a casa a non fare nulla e a sopportare i miei familiari.“
Più pena di questa. Un saluto”. Ha esagerato, il comico fino a trovare qualcuno più “cattivo” di lui? O sperava di trovare rifugio là dove si dovrebbe offrire ospitalità e comprensione a chi chiede aiuto? Sì, perché soltanto adesso il mondo dello spettacolo sta vedendo la fine del suo calvario, praticamente ultima tra le categorie che si accingono a tornare alla normalità. Migliaia di addetti, tra artisti, tecnici e altre figure professionali sono rimasti fermi per oltre un anno, coi teatri chiusi, mentre pian piano bar, ristoranti e stadi aprivano porte e cancelli. Le chiese, poi, pur coi posti contingentati, con le sedute alternate sulle panche, non hanno, sostanzialmente, mai chiuso.
Una mancanza di rispetto, quella di Angelo Duro? Per il prete, evidentemente, sì. Forse, però, avrebbe potuto mostrare una cristiana comprensione e essere più indulgente, e, invece di una denuncia, infliggergli un centinaio di Pater, Ave e Gloria per penitenza. Intanto, l’attore e conduttore, dopo aver postato la foto della denuncia sui social, sta ricevendo tantissimi attestati di solidarietà. Intanto, si consoli con quelli.