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Arrestato Andrea Bonafede, il geometra di Campobello che prestò l’identità a Messina Denaro

I carabinieri del Ros hanno arrestato con l’accusa di associazione mafiosa Andrea Bonafede, 59enne geometra di Campobello di Mazara che avrebbe prestato la sua identità al boss Matteo Messina Denaro. A coordinare l’inchiesta sono il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido.

Arrestato Andrea Bonafede, le accuse

Matteo Messina Denaro utilizzava non solo la carta di identità di Bonafede come documento ma anche la tessera sanitaria necessaria per accedere a terapie e visite mediche.

Andrea Bonafede ha anche confessato alla DIA di conoscere il boss fin da quando erano ragazzi e di aver comprato con i suoi soldi l’appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, dove il capomafia ha trascorso l’ultimo periodo della latitanza. L’abitazione risulta intestata proprio ad Andrea Bonafede.

Il 59enne avrebbe anche dato il bancomat al boss permettendogli di fare delle spese. Il suo nome ritorna inoltre nella vicenda relativa all’acquisto dell’auto di Messina Denaro, intestata alla madre di Bonafede.

L’acquisto dell’auto a Palermo

Al momento dell’arresto di Matteo Messina Denaro, il 16 gennaio a Palermo, i carabinieri hanno ritrovato le chiavi dell’auto dentro al borsello del boss. Grazie a un sistema artificiale sono così riusciti a individuare il primo covo di vicolo San Vito; successivamente sono arrivati anche all’auto.

Il mezzo si trovava in un garage del figlio dell’autista, Giovanni Luppino. L’ipotesi degli investigatori è che Messina Denaro abbia raggiunto con la sua auto casa di Luppino e poi con la vettura del commerciante di olive, una Fiat Bravo, si siano diretti a Palermo.

La Giulietta è stata comprato un anno fa dal padrino in persona a Palermo, in una concessionaria, ma era formalmente intestata alla madre di Bonafede. Intestata alla signora, disabile di 87 anni, anche la Fiat 500 data in permuta per l’acquisto della Giulietta. Come ha dichiarato il proprietario della concessionaria, Giovanni Tumminello, a gennaio 2022 il boss si presentò da lui sotto la falsa identità di Andrea Bonafede. “Solo quando ho visto la sua foto dopo l’arresto ho avuto la percezione di essermi trovato davanti a Messina Denaro”, ha raccontato. “Ricordo solo una persona normalissima che non a destato in noi alcun sospetto. Noi vendiamo auto. E nulla di scorretto è stato fatto da parte mia o della mia azienda”. Il commerciante ha infatti precisato che l’acquisto è avvenuto in modo tracciato e non, come si era inizialmente detto, col pagamento di 10mila euro in contanti.

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Redazione PL