Ai domiciliari usa Tik Tok per ridicolizzare la polizia: 30enne in carcere

Il fatto è accaduto a Caltanissetta, ma ricorda quanto successo qualche tempo fa a Palermo ad uno degli indagati nell’operazione “Africo”.

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Era ai domiciliari per traffico di sostanze stupefacenti in concorso, ma ha pubblicato diversi Tik Tok prendendo in giro le forze dell’ordine. E’ quanto accaduto a Caltanissetta, dove un trentenne è stato condotto in carcere dalla polizia in esecuzione di un’ordinanza di sostituzione di misura cautelare disposta dal gip.

Il regime degli arresti domiciliari, infatti, prevede che non si possano avere contatti con terzi estranei, nemmeno attraverso i social network. L’indagato, invece, ha pubblicato svariati video e diverse fotografie, interagendo persino nei commenti postati da conoscenti. Sono almeno dieci i casi documentati dagli agenti della sezione volanti, che hanno anche evidenziato che l’uomo ha avuto contatti con altri coindagati.

Tik Tok agli arresti domiciliari

Tra le altre cose, in un video l’indagato aveva quasi elogiato la sua condizione di detenuto ai domiciliari. Il sottofondo musicale del brano “Il capo dei capi” accompagnava infatti la massima “La galera era molto dura ma per Totò era villeggiatura”. Un altro filmato lo riprendeva, invece, nell’atto di tagliare il braccialetto elettronico con un paio di forbici; il commento a corredo delle immagini era: “Finalmente libero, era ora”.

Diversi gli esempi di ridicolizzazione della polizia nel corso dei controlli. L’uomo aveva infatti postato la foto di una volante scrivendo: “Quando stai dormendo e arriva la sveglia”. Naturalmente gli hashtag non potevano essere che #arrestidomiciliari #riposino #arrivalintruso.

Il caso a Palermo

Una situazione analoga si è verificata a Palermo, a metà settembre. Francesco Gelfo, agli arresti domiciliari con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti in seguito all’operazione “Africo”, aveva agito infatti nella stessa maniera. Nei giorni successivi al suo arresto, aveva commentato su diversi social alcuni articoli dalla stampa inerenti all’operazione della Guardia di Finanza, “informando” di trovarsi a casa in regime di arresti domiciliari e non in carcere.

Scalpore ha suscitato il video condiviso su Tik Tok, mentre esulta dopo la notizia degli arresti domiciliari che gli hanno evitato il carcere. “Me l’avete suc… Sono a casa con gli arresti domiciliari”, scriveva Gelfo con un corredo di faccine sorridenti. Sotto: “La galera è di passaggio, sempre a testa alta”. In sottofondo, come colonna sonora, “Rispetto e libertà” di Nello Amato. Non sono mancati i like e i commenti degli amici: “C’è da andarne fiero” oppure “Diglielo a sti 4 fanghi”.

Insomma, un comportamento che viola quanto prescritto dalla misura degli arresti domiciliari, cui l’uomo avrebbe dovuto sottostare. Su delega della Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia, dunque, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere. La decisione di aggravamento della misura è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo.