Sono quindici gli indagati nell’inchiesta della Procura di Palermo che ha portato stamane agli arresti domiciliari l’ex consigliere comunale Giulio Cusumano e il cantante Alessio Scarlata. Entrambi sono gravemente indiziati dei reati di truffe ai danni dello Stato e falsi in atti pubblici.
Nel registro degli indagati ci sono Angela Fundarò, organizzatrice di eventi e consigliere della Fondazione Sant’Eli, la quale conosceva il sistema utilizzato da Cusumano per falsificare la rendicontazione e lucrare sui finanziamenti, ma senza avere avuto nessun ruolo; Roberto Capone, Francesco Rizzuto, Giuseppe Mellina, Antonino Cusimano, Carmelo Cintura, Antonino Accetta, Benedetta Accetta. E infine i medici Salvatore Zarcone, Antonino Viscuso, Nicolò Catalano e Carmelina Simonaro, indagati per falsi certificati.
La complessa attività investigativa, svolta dalla locale Squadra Mobile – Sezione “Anticorruzione”, si è sviluppata successivamente alla denuncia di un funzionario del Comune di Palermo che avrebbe raccontato di aver subito “pressioni ed intimidazioni” da parte dei due per favorire associazioni culturali a loro “amiche” operanti nel mondo teatrale palermitano.
L’attività investigativa ha riguardato diverse procedure amministrative finalizzate all’assegnazione di finanziamenti pubblici per la realizzazione di eventi culturali, teatrali e sociali svoltisi nel capoluogo siciliano. In particolare, le indagini hanno evidenziato che nell’ambito della nota manifestazione “Palermo città della cultura 2018”, i due complici, quali gestori di fatto di alcune associazioni culturali ed organizzatori occulti di progetti, al fine di ottenere la liquidazione del finanziamento da parte della Fondazione Sant’Elia, avrebbero presentato una mendace rendicontazione contabile, contenente una falsa documentazione fiscale che attesterebbe costi in realtà inesistenti o palesemente gonfiati per l’allestimento delle citate iniziative culturali, utilizzando invece le somme ricevute a titolo di finanziamento per saldare debiti personali o per regalie a parenti ed amici.
Medesime modalità illecite sarebbero state utilizzate da entrambi anche nell’organizzazione di altro progetto svoltosi presso la locale casa circondariale “Pagliarelli”, destinato ai detenuti e alle famiglie degli stessi. Avrebbero predisposto il rendiconto al Comune di Palermo per la liquidazione del finanziamento dell’iniziativa con falsi documenti attestanti costi mai sostenuti.
A carico dell’ex consigliere comunale, inoltre, sarebbero emerse indebite ingerenze nelle procedure amministrative dello “Sportello Unico attività produttive del Comune di Palermo” (SUAP), aventi ad oggetto l’applicazione di sanzioni amministrative tra cui la decadenza e la revoca nei confronti dei titolari delle licenze comunali dei servizi pubblici di piazza (cocchieri, tassisti e motocarrozzette), prodigandosi in loro favore.
Per paralizzare l’adozione di tali provvedimenti, l’ex consigliere comunale avrebbe escogitato una vera e propria attività “illecita” consistente nell’esibizione al SUAP, da parte dei titolari delle suddette licenze, di certificazioni mediche attestanti false patologie al fine di garantirsi l’archiviazione dei procedimenti di revoca/decadenza da parte dell’ufficio pubblico.