Asu, non si sbloccano i fondi: lavoratori proclamano lo stato di agitazione
Gli oltre 4500 lavoratori Asu continuano a protestare per i loro diritti
Prosegue il calvario per il personale Asu impegnato nella Regione, negli Enti Locali e nelle Asp. Le maggiori proteste, in particolare, si basano sempre sull’articolo 36 della Finanziaria regionale. L’ARS infatti aveva stabilizzato, attraverso di esso, gli oltre 4500 lavoratori di vari settori tra cui sanità, scuola e beni culturali, dopo 24 anni di precariato. Tuttavia, il Governo Draghi ha impugnato l’articolo, arrestando il processo in itinere. All’interno di questo contesto si collocano anche fondi bloccati, che ammontano a dieci milioni di euro. Tale somma, infatti, si sarebbe dovuta destinare ad integrazione dell’orario di lavoro settimanale dei lavoratori Asu.
“Occorre osservare – sottolinea il comunicato redatto dalle segreterie regionali siciliane – che in numerose circostanze queste OO.SS. dei lavoratori della categoria hanno chiesto l’utilizzo della somma dei 10 milioni di euro aggiuntivi per l’anno in corso previsti dal comma 7 del art. 36 – L.R. 9/2021 , al fine di potere erogare somme a titolo d’integrazione oraria e salariale a tutta la platea dei lavoratori ASU.
Il tutto – procede la nota – corredato da diverse richieste d’incontro, irrispettosamente ignorate, alle istituzioni preposte e da manifestazioni dei lavoratori presso le sedi Istituzionali coinvolte nella vicenda.
Appare offensivo e non rispettoso della dignità lavorativa del personale perpetrare l’umiliazione del riappropriamento, da parte del Governo in primis e di tutta la Deputazione regionale, delle somme economiche agli stessi legislativamente destinate, con norma votata all’unanimità dei componenti dell’Aula dell’ARS, in data 15 aprile.
“CHIEDIAMO DI NON VOTARE L’ARTICOLO 4”
“Per il rispetto che nutriamo verso la platea dei lavoratori ASU – affermano i sindacati – chiediamo con insistenza a tutti i Deputati regionali, di non votare questo dannoso articolo 4 del DDL n° 962/A, che arreca solamente nocumento ad una fascia di lavoratori e alle loro famiglie, già economicamente abbastanza disagiate. Illusi da tempo immemore dalla politica di turno, non considerati meritevoli di attenzione nel breve termine attuale, ed addirittura unici soggetti deboli, anche psicologicamente, sui quali fare pendere sempre ed ogni volta la tagliola della famosa ‘spada di damocle’.
Chiediamo – si prosegue – nelle more della definizione del percorso di stabilizzazione, che si pretende esigibile entro il termine ultimo del 31 dicembre, l’approvazione dell’emendamento che consenta l’utilizzo dei dieci milioni di euro stanziati e pertanto disponibili con l’art. 36 comma 7 della L. R. n° 9/2021 per l’anno corrente; tali somme sono aggiuntive ed integrative dell’orario di lavoro settimanale assegnabile a tutta la platea dei lavoratori ASU.
Pertanto – conclude il comunicato – considerato il prolungato ed ingiustificato assordante silenzio delle istituzioni preposte in ordine alle richieste avanzate dalle scriventi OO.SS., si proclama lo stato di agitazione di tutto il personale ASU in utilizzo presso Enti pubblici e privati a far data dal 20 settembre. Anticipando sin d’ora che, qualora non si raggiunga un accordo soddisfacente con le istituzioni, si procederà ad attivare tutte le forme di lotta necessarie per modificare l’attuale intollerabile situazione di fatto, compresa la proclamazione dello sciopero con modalità che verranno di volta definite e comunicate.”