Sulla fine di Teresa Spanò, l’insegnante di Bagheria assassinata lunedì mattina dalla figlia di 17 anni, emergono particolari che denotano la tragica carica di rabbia e ferocia della ragazza. Stando a quanto riporta il Giornale di Sicilia, da alcune indiscrezioni emergerebbe infatti che, dopo aver strangolato la madre, la giovane abbia infierito sul corpo esanime con un coltello. Sugli aspetti più crudi del delitto viene comunque mantenuto il massimo riserbo.
Nelle prossime ore all’istituto di Medicina legale del Policlinico verrà eseguito l’esame scientifico sul corpo della vittima. Saranno compiuti anche gli esami tossicologici. Accanto al corpo e su un comodino sono stati trovati dei farmaci: un potente antidolorifico e un ansiolitico. Probabilmente una delle due era in cura.
Gli inquirenti attendono il risultato dell’autopsia anche per comprendere se Teresa Spanò sia stata avvelenata dalla figlia con l’intenzione di allentarne le difese e impedirle, dunque, di reagire.
Intanto le indagini sul matricidio vanno avanti. Restano ancora tanti gli aspetti oscuri della vicenda da esplorare. A cominciare dalla ricerca dei motivi che abbiano potuto animare la ragazza nel compiere un gesto così estremo e violento contro la mamma. E, inoltre, se quel disagio covato nel profondo si fosse manifestato già prima.
La magistratura ha nominato per la ragazza un tutore temporaneo, considerato che il papà, un cittadino straniero originario dei Paesi dell’Est Europa, è irreperibile. L’uomo è praticamente sconosciuto alla 17enne, che ha raccontato di non averne nemmeno un ricordo, perché non ha mai vissuto nella casa abitata da lei e dalla madre.
Gli investigatori sono alle prese con la raccolta di testimonianze tra i parenti e gli amici di Teresa Spanò e della figlia, un lavoro finalizzato a chiarire i motivi dell’omicidio e a ricostruire il contesto familiare ed esistenziale.