Conferenza stampa allo Stadio Renzo Barbera per la presentazione del nuovo allenatore del Palermo, Silvio Baldini. A introdurre l’incontro è stato il direttore direttore sportivo rosanero, Renzo Castagnini. “Siamo qui a presentare il nuovo allenatore, ma colgo l’occasione per ringraziare Filippi e il suo staff. Persone di livello che sento di ringraziare. Per presentare Baldini non devo spendere troppe parole, il suo curriculum e ciò che ha fatto parla da solo”.
“Quello che mi aspetto è il fascino che io provo per Palermo e per la Sicilia. Io tutti gli inverni scendo e vengo in vacanza qui, sono legato a questo modo di pensare e che è molto vicino al mio, non mi sono mai voluto allontanare da quest’isola. Ciò che mi ha spinto dopo 18 anni è che il destino mi abbia dato una nuova possibilità, che mi incuriosisce molto. Adesso dipende da me, sono qui perché non ho paura di affrontare le difficoltà”
“Squadra? Devo valutarla, c’è un mese nel quale farò le mie valutazioni. In questo momento posso dirti che abbiamo un’ottima squadra, con un buon potenziale. Il problema è capire come mai questo potenziale, soprattutto fuori casa, spesso non è stato espresso. Finché non mi rendo però conto della realtà attuale è inutile parlare di mercato. Io dovrò valorizzare gli attuali giocatori, che avranno la possibilità di dimostrare ciò che sono. L’importante è avere punti di riferimento, un campo dove testare tutto e mettere in pratica le mie idee. Ho scelto di dare delle abitudini alla squadra, come colazione e pranzo insieme. Sono cose che dovranno unire la squadre. Se a qualcuno non andrà bene è giusto che si faccia da parte, altrimenti vinceremo tante partite”.
Per quanto riguarda il mercato – interviene Castagnini – abbiamo parlato con Baldini e sappiamo cosa dobbiamo fare e dove dobbiamo intervenire. Per quanto riguarda le uscite, non è il mercato estivo, ma invernale. Potremmo aver bisogno di tutti. Siamo abituati a fare le cose e poi a dirle, dobbiamo essere cauti anche nelle valutazioni”.
“La vita è stranissima”. – Così il mister. “Dentro il mio cuore ho sempre pensato di poter avere ancora una chance in questa terra. Col tempo che scorre però è sempre meno… Quando sono stato chiamato ho pensato che fosse un segno del destino. Ho una grande voglia di mettermi a lavorare e dimostrare. Palermo è una città difficile, quando non ci sono risultati si va sulla graticola. Ma questo è il mio mestiere e se uno ha paura ne deve fare un altro”.
Il denaro è sempre il diavolo, dove ci sono soldi e donne si sbaglia sempre. La trattativa è stata veloce. Non ho fatto nessuna richiesta particolare. Ho un contratto dignitoso per l’impegno che avrò in questi sei mesi.
“Il mondo in 18 anni cambia, il tempo scorre. Il calcio è cambiato molto, sia nel metodo sia nel gioco. Tuttavia ci sono due cose fondamentali: coraggio e idee. Cercherò di dare un’identità alla squadra, facendogli capire che indossando questa maglia colgono l’identità di questa città. Voglio una squadra consapevole, aggressiva… Che non va all’indietro ma in avanti. Che si sacrifichi, sotto tanti aspetti, che dia risultati la domenica. Per far questo bisogna avere un grande entusiasmo e per averlo bisogna avere un determinato modus operandi. Sia fuori che dentro il campo”.
“Valente? Quando l’ho preso giocava nella Sambenedettese, da esterno, o alto in un 4-3-3, o ancora da quinto in un 3-5-2. A Carrara l’ho sempre utilizzato in un 4-2-3-1, a sinistra o a destra. Ovviamente il potenziale deve essere valutato in base a tutti i giocatori, stabilendo così una strategia per schierare la squadra in maniera tale che possa esprimere tutte le sue capacità. Io sono per far giocare i calciatori bravi, creando qualcosa nella quale la gente possa vedere che c’è voglia di creare situazioni in campo ed entusiasmo. La gente si emoziona se vede gol, per far questo bisogna lavorare tanto e schierare giocatori molto tecnici”.
“Sono venuto per poter aiutare la squadra, devo capire di cosa hanno bisogno. Ci dobbiamo venire incontro. Se i giocatori fanno delle cose in modo non convinto, non rendono. Devo far capire che giocando in un altro modo possono ottenere risultati, migliorando la loro struttura”.
CASTAGNINI – “Il cambio dell’allenatore non era premeditato. Le cose vengono piano piano. L’esonero è frutto di diverse cose. Nelle ultime cinque partite la squadra ha fatto male, ma questi cambiamenti sono arrivati piano piano. Quando le cose non vanno bene è sempre un concorso di colpe. Non si possono cambiare 24 giocatori. Chi paga in questi casi, a volte ingiustamente, è l’allenatore”.
“Così abbiamo preso Silvio. La prima volta che l’ho chiamato, ho sentito la fiammella accesa… Mi ha detto: “Io alleno solo il Palermo, altrimenti non alleno”. Questo ci ha dato grande forza per concludere il suo passaggio al Palermo. Avevo già contattato Baldini quando allenava la Carrarese, prima di Boscaglia. Mi aveva detto che aveva una parola e non poteva venire. Adesso è capitata l’occasione di portarlo qui e l’abbiamo fatto”.
“Ho giocato sempre in molte maniere. Un po’ di calcio l’ho visto, la cosa importante è che i giocatori capiscano che allenandosi e giocando in un certo modo, di migliorano, staremo bene. Se non riescono a capirlo, bisogna capire il perché. Quelli che si mettono a disposizione, sono convinto che avremo delle sorprese. Il Palermo ha una rosa competitiva, potrà andare molto in alto. Devono essere professionisti come se fossero in serie A. Dobbiamo inculcargli questa visione. Sono convinto che potremmo avere delle grandi sorprese”.
CASTAGNINI – “Somma è sempre stato a disposizione dell’allenatore. Il mister lo guarderà e poi decideremo cosa fare”.
“A me sembra sempre di essere lo stesso, ma so che non è così”. Ammette mister Baldini. “Nella testa mi sento ancora un giovane, ma gli anni pesano. Lo spirito, però, è sempre lo stesso. Se nasci rotondo, muori rotondo. Gli anni, forse, ti portano a riflettere un po’ di più. Tuttavia – ammette – i miei difetti dipendono dal contesto. Mi hanno sempre fatto arrabbiare le persone che cambiano atteggiamento in base agli eventi. È una cosa che non sopporto, si parla di ipocrisia”.
“Siamo stati chiari dall’inizio, non rinnoveremo adesso i contratti”. – Così Castagnini. “Giocare nel Palermo ed aver rinnovato un contratto bisogna meritarlo. Rinnovare un contratto è una cosa seria e non ci sono molti giocatori meritevoli al momento. Qualcuno che deve rinnovare avrà certamente più motivazione, ma tutti devono meritarlo. I nostri giocatori sono bravi, ma ce ne sono tanti. Il Palermo è Palermo, e per rimanerci bisogna meritarlo”.
“Cose impossibili non ne esistono, se uno è testardo e mette amore e passione riesce sempre a fare qualcosa di importante. Le difficoltà puoi sempre superarle, ma arrendersi è sempre più facile rispetto a combattere. I tanti punti del Bari possono essere stimolanti per fare una grande rimonta. Da come una squadra vince ha la gratificazione per come ha vinto, il Palermo ha così la possibilità di rimanere nella storia”.
“In emergenza si può chiedere tutto ai giocatori, ma i ruoli rimangono tali per i giocatori. Cercherò di mettere la squadra a proprio agio, perché se non fai così diventa tutto più difficile. Devo cercare di portare la professionalità. Il giocatore deve sapere che deve lasciare un ricordo indelebile, passare nella storia. Cercherò di far capire ai giocatori questo. Ho portato un mental coach che ci darà una mano. Cercherà di far capire che tutto dipende dalla loro mente. Inoltre ci aiuterà a capire perché c’è tutta questa discrepanza fra partite in casa ed in trasferta”.
“Il calcio non è una scienza esatta. L’aspetto psicologico è molto importante. Silipo è un ragazzo che ha grandi doti, ma va aiuto, capito e sostenuto. Non solo mortificato quando sbaglia. Se lui sentirà che c’è questo appoggio da parte di tutti, farà la differenza”.