Un racconto di tre ore, con la lucidità di chi non si pente di ciò che ha fatto e non mostra né una lacrima né un segno di rimorso per avere strangolato ed ucciso entrambi i genitori. Le dichiarazioni di Benno Neumair, figlio di Peter Neumair e Laura Perselli, coniugi di Bolzano scomparsi nel pomeriggio del 4 gennaio, svelano la drammatica verità di quanto è accaduto.
“Avevamo litigato per i soliti motivi, per soldi, per tutto. Io volevo finirla lì ma lui continuava. – Dichiara Benno nella sua deposizione, facendo riferimento al padre – E allora mi è capitata una corda per le mani, di quelle da arrampicata. L’ho presa e gliel’ho stretta al collo. L’ho fatto per farlo stare zitto. Mia madre, – prosegue l’agghiacciante racconto – è arrivata che era appena successo, non le ho nemmeno dato il tempo di togliersi il cappotto e quando è entrata ho strangolato anche lei“.
Dopo aver ucciso entrambi i genitori, Benno racconta di averli “caricati in spalla fino alla macchina parcheggiata davanti alla porta“. Dalla ricostruzione del ragazzo, sempre sereno e disinvolto, non avrebbe incrociato nessuno mentre scendeva dal secondo piano, prima con il corpo del padre in spalla e poi con quello della madre. La vettura su cui Benno ha caricato i corpi era la Volvo di famiglia, il cui veto sull’utilizzo del figlio da parte dei genitori sarebbe stato uno dei motivi dei continui litigi.
Dopo aver depositato i corpi dei genitori nell’auto, Benno racconta di avere incontrato un vicino, che vedendolo stravolto in viso gli ha chiesto se fosse accaduto qualcosa. Alla domanda lui avrebbe risposto “Ho appena finito di allenarmi.”
Durante il primo interrogatorio Benno Neumair aveva solamente ammesso di avere ucciso i genitori e di avere gettato i loro corpi nell’Adige. Successivamente, tra gli altri particolari, dichiarava anche di avere tentato di pulire la casa e la vettura con acqua ossigenata per eliminare le tracce del duplice omicidio.
Tuttavia ci sono altri punti oscuri nella vicenda, uno di questi legato proprio all’utilizzo dell’auto di famiglia, di cui i genitori gli nascondevano le chiavi per non permettere che la utilizzasse. Come faceva Benno ad essere certo di potere utilizzare la vettura quella sera?
Inoltre il ragazzo ha sostenuto, durante l’interrogatorio, di avere gettato in un cassonetto, oltre al “cordino” con cui ha ucciso i genitori, anche il suo cellulare. Perché lo avrebbe fatto?
Infine, da comprendere anche le motivazioni di un altro particolare legato alla professione dell’omicida. Benno Neumair, infatti, aveva chiesto alla scuola presso la quale faceva supplenze di matematica di allungare le vacanze di Natale di 4 giorni.
Da questi elementi emerge che nel prosieguo delle indagini non si può escludere che ci sia stata premeditazione da parte di Benno nell’eseguire il duplice omicidio dei genitori Peter Neumair e Laura Perselli.