Dall'Italia

In una citta italiana borseggiatrici sempre più agguerrite, hanno la “scorta armata”

Le borseggiatrici sono sempre più agguerrite e operative, ed alzano il tiro. Ora per mettere a segno i loro furti si avvalgono della ‘scorta’. Dopo la bufera mediatica che recentemente’ ha attirato l’attenzione dei cittadini, stanno tornando all’attacco. E si avvalgono di ragazzini e uomini “violenti” che le proteggono e ne blindano i colpi. La denuncia ha trovato spazio sul quotidiano Libero, che nell’edizione di oggi rilancia gli ultimi aggiornamenti dal fronte criminale che arrivano dalle pagine social di ‘Milanobelladadio‘, gestita da Matthia Pezzoni. “Un ragazzo milanese – spiega il quotidiano – che nel tempo libero fa il presidente del comitato Sicurezza per Milano. È uno di quei cittadini, cioè, che bazzica metro e tram, mezzanini e scale mobili della Rossa o della Verde, o di quel che capita, per filmare i tanti borseggi che, ogni giorno, avvengono in città”. Pezzoni nella sua pagina ha affermato: “È sempre più pericoloso fermare le borseggiatrici mentre derubano i turisti e i passeggeri”.

Le borseggiatrici ‘blindate’

Infatti ha scritto che la denuncia mediatica dei mesi scorsi ha indotto le borseggiatrici a “blindare” i loro furti. Si fanno scortare da uomini e ragazzini armati, pronti ad intervenire se c’è qualcuno che si accorge del  ladrocinio. Prima agivano indisturbate, giovandosi della loro destrezza. Ma le denunce e le campagne social, che hanno fatto drizzare le antenne ai cittadini, l hanno indotto le ladre a rivedere il loro modus operandi, ormai sbugiardato sulla piazza mediatica. E quindi si sono organizzate con la ‘scorta’, e con questo ‘salto di qualità’, è diventato molto pericoloso provare a reagire ed anche segnalare.

È molto pericoloso reagire: le ‘scorte’ sono armate

Così è diventato  più pericoloso che mai provare a reagire e ad arginare l’onda d’urto delle borseggiatrici, da quando la loro macchina criminale si è inceppata di fronte alla levata di scudi delle vittime. Vogliono opporsi alla controffensiva lanciata dalle vittime che, dalle chat social all’organizzazione di comitati di cittadini, hanno rivendicato il diritto a difendersi e il dovere di smascherare. Libero racconta che recentemente Matthia Pezzoni, che con le sue riprese e fotografie ha portato alla ribalta il caso delle borseggiatrici, se l’è vista brutta. Lo hanno accerchiato, aggredito, e colpito con un pugno sul volto. Erano in quattro. L’ultimo caso è quello dii un uomo minacciato con un cacciavite alla pancia.

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Redazione PL