Cancro al seno:”Penalizzate dalla Sanità donne che si ammalano in Sicilia”

Una mamma palermitana, affetta da tumore alla mammella scrive al Presidente della Repubblica:”Fossi nata in Lombardia l’esame che permette di evitare la chemio non sarebbe stato a pagamento”

Fu un passo di grande importanza, in ambito oncologico, quando negli Stati Uniti e in alcuni Paesi Europei venne approvato e poi utilizzato il test genomico Oncotype DX per il tumore al seno. Si tratta di un’analisi personalizzata volta a studiare 21 geni specifici (16 correlati al tumore e 5 di riferimento), la loro interazione e funzionalità. Un trattamento in grado di distinguere i tumori a bassa probabilità di dare recidive e per questo trattabile con la sola terapia ormonale. Per tante donne pronte ad affrontare la più dura delle battaglie la speranza fu quella di evitare cicli di chemioterapia. Ciò grazie ad un test che ne escluderebbe l’utilità a favore di altre terapie alternative meno esposte ad effetti collaterali importanti. Ma non solo, se si considera anche la convenienza sotto l’aspetto economico, con il Sistema Sanitario Nazionale che non sosterrebbe i costi legati alla somministrazione della chemioterapia.

L’attrice italiana famosa in tutto il mondo testimonial nella lotta contro il cancro al seno

IL RACCONTO DI UNA MAMMA PALERMITANA

Fino a qualche tempo fa, nel nostro Paese veniva utilizzata sporadicamente e comunque presso alcuni studi clinici. I pazienti erano costretti a provvedere direttamente al suo pagamento senza rimborso del Sistema sanitario nazionale. Oggi, a distanza di una decina d’anni, le cose sono cambiate…”almeno per quanto riguarda alcune regioni d’Italia – racconta a Palermo Live M.P.D, 46enne palermitana affetta da un carcinoma multifocale alla mammella per il quale ha subito una mastectomia radicale -. In Lombardia, Sardegna e Lazio ad esempio, questo test viene finalmente eseguito in regime di convenzione. Di contro, in altre regioni, fra cui la Sicilia, vi si può accedere soltanto a pagamento ad un costo di circa 2.500 euro. Insomma, un chiaro esempio, l’ennesimo, della differenza di trattamento che la Sanità pubblica continua a riservare agli ammalati di cancro al seno a seconda del luogo di residenza.

LESA LA DIGNITA’ UMANA

Motivo per il quale, M.P.D, sposata e mamma di due figlie, tramite una lettera decide di porre la questione direttamente all’attenzione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Si tratta di un argomento di interesse pubblico concernente il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione. Per una famiglia composta da 4 persone la cifra da sostenere per il test non è certo irrisoria. E ancor più – precisa M.P.D nella lettera inviata a Mattarella -, reputo sia lesivo della dignità umana, dover riferire ai propri figli che la propria mamma non ha la possibilità di curarsi e di affrontare quindi con serenità una situazione dal punto di vista psicologico già abbastanza impegnativa. Opportunità che invece mi sarebbe stata riconosciuta se avessi avuto ad esempio la residenza in Lombardia.”

DISEGUAGLIANZE DA ELIMINARE

Volta a sensibilzzare l’opinione pubblica su un tema particolarmente delicato, nella sua lettera, la donna palermitana conclude con un’esortazione.”Egregio Presidente, con la presente le chiedo di porre particolare attenzione alla suddetta questione al fine di eliminare le diseguaglianze in materia di sanità Pubblica, ottimizzando allo stesso modo in termini di efficienza la gestione della cosa pubblica, facendo sì che il suddetto test possa essere somministrato in regime di convenzione anche all’interno della Regione Sicilia.