Caos seggi a Palermo, Matteo Salvini: “Situazione da quarto mondo”
Il leader leghista parla di “furto della democrazia”
Caos seggi a Palermo e Matteo Salvini non usa mezzi termini per definire la situazione.
“A mezzogiorno – spiega il leader della Lega – con trentotto seggi ancora chiusi a Palermo mi sono permesso di chiamare il Quirinale perché mi sembrava una situazione di furto di democrazia da quarto mondo”.
“Spero – aggiunge – venga a galla cosa è successo”.
L’ex vicepremier non ha risparmiato critiche al ministro degli Interni Luciana Lamorgese, “intervenuta tempestivamente alcune ore dopo”.
“Con il presidente Sergio Mattarella – aggiunge – ci siamo sentiti al telefono”.
IL FLOP DEL REFERENDUM
Per il leader leghista, quello in atto è un momento politicamente difficilissimo.
All’orizzonte, nel partito, potrebbe esserci una resa dei conti: non soltanto per gli esiti disastrosi del referendum, la peggiore performance, ad oggi, tra le consultazioni abrogative.
Ma anche per i risultati delle amministrative a Palermo.
Benché rimangano ancora molte sezioni da scrutinare, “Prima l’Italia”, il simbolo con il quale la Lega ha concorso al referendum, si attesta intorno al 5%.
Un dato più che deludente, di certo non imputabile soltanto all’ex ministro degli Interni, ma che potrebbe metterne in discussione la leadership.
E che, secondo alcuni, sarebbe soltanto l’ultimo di una lunga serie di errori commessi da Matteo Salvini, a partire dal viaggio – mai compiuto – alla volta di Mosca.
Intanto, si rafforza il fronte dei governatori del Nord, con Luca Zaia in Veneto e Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia, vicini alle posizioni del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
“Non è un punto di arrivo – afferma Matteo Salvini sul referendum – ma di partenza”.
Parole che, però, non possono nascondere la delusione per il fallimento.
“Una riflessione sul quorum ai referendum va fatta – spiega – perché se si va avanti così nessun referendum raggiungerà il quorum”.