Carcere di Trapani, detenuto picchia cinque agenti penitenziari
Violenza al carcere Cerulli. Uno degli agenti coinvolti ha riportato la frattura del setto nasale
Aggressione nel carcere Pietro Cerulli di Trapani, dove un detenuto ha picchiato cinque agenti della polizia penitenziaria. Motivo scatenante dell’atto di violenza sarebbe stata una richiesta non assecondata dai poliziotti. Questi hanno ricevuto le dovute cure in pronto soccorso; uno ha riportato la frattura del setto nasale.
“Purtroppo il carcere di Trapani è diventato una polveriera, tra introduzioni di droga, telefonini, tramite droni; le aggressioni, poi, sono aumentate in maniera indescrivibile, e fermo restando la carenza di organico, la violenza verso chi opera nelle trincee, non trova l’adeguata attenzione da parte della ministra e della politica, adducendo il tutto ad un fantomatico sovraffollamento”. Così commenta il fatto la UilPa.
“Oggi senza ombra di smentita la furia nelle carceri è solo in capo al personale di Polizia Penitenziaria, che sta trovando terreno fertile nelle discussioni da parte di taluni scienziati che lo conoscono solo dall’alto delle loro cattedre; quindi invece di portare ordine, sicurezza e trattamento, con le loro teorie stanno demolendo le regole, poiché se oggi cerchiamo di contenere le violenze abbiamo la spada di Damocle del reato di tortura e altro”.
Carcere di trapani, i telefonini lasciati coi droni
La nota UilPa fa riferimento ad un altro episodio verificatosi qualche giorno fa nel carcere trapanese. Gli agenti della penitenziaria hanno infatti rivenuto cinque cellulari nei bagni della struttura.
La scoperta è avvenuta dopo l’avvistamento di un drone che, il giorno prima, sorvolava l’istituto penitenziario. Si ritiene, dunque, che i telefoni siano stati consegnati proprio utilizzando l’apparecchio.