Il caro benzina continua ad agitare gli italiani. Diversi settori economici stanno manifestando contro i costi alle stelle dei carburanti, che si ripercuotono sui prezzi dei prodotti finiti e non solo.
“La premessa è che già ad inizio anno, con il discorso della razionalizzazione energetica che ha avuto un iter sbagliato già dall’impostazione governativa, stavamo assistendo ad un aumento dei prezzi del costo dell’energia. Adesso si è sommata la guerra tra Ucraina e Russia; questo ha aiutato a infiammare i mercati e il prezzo del petrolio è schizzato. Da gennaio ad ora il prezzo è aumentato del 40%. Questo si traduce in un pieno di carburante per ogni automobilista di circa 40 euro in più”. A parlare così a Catania Live è Ivan Calabrese, presidente FIGISC Confcommercio.
“La nostra associazione di categoria è in agitazione perché anche noi come i clienti siamo in enorme difficoltà. Per fare un pieno di carburante, da gennaio ad ora spendiamo piò o meno 20mila euro in più. Questo a cascata si ripercuote su tutto quello che viaggia su ruote”.
Un quadro preoccupante che vede previsioni nefaste. Si stima che l’escalation potrebbe vedere presto il costo della benzina arrivare a 3 euro al litro. Un vero e proprio disastro, che porta Calabrese a fare un appello particolare. “Chiediamo, anche contro i nostri interessi, che la gente ci dia una mano, limitando al minimo gli spostamenti. Durante il lockdown il prezzo dei carburanti è crollato. Dobbiamo far sì che diminuisca la domanda del prodotto”.
Del resto, se la situazione continuerà in questo modo le conseguenze ricadranno anche sull’occupazione. “La soluzione che dovremo adottare nell’immediato è quella di licenziare il personale, perché non ce lo possiamo permettere più”. Proprio per evitare conseguenze peggiori, l’associazione ha chiesto dei tavoli di confronto col Governo e le compagnie petrolifere affinché intervengano sulla rimodulazione delle accise e sull’Iva.