“Casa nostra ha preso fuoco, adesso rischiamo di finire per strada”

La triste vicenda di una famiglia palermitana momentaneamente ospite della Croce Rossa. “Dopo l’incendio della notte di Capodanno è iniziata la nostra Odissea”.

incendio casa ballarò

incendio casa ballarò

Ogni giorno storie, persone e tematiche ci permettono di approfondire alcuni aspetti della complessa realtà sociale di Palermo. Ciò che è capitato ad una famiglia di Ballarò sembra in tal senso racchiudere in sè diversi punti di riflessione. Dall’emergenza abitativa a quella della disoccupazione, criticità endemiche del capoluogo siciliano rese ancora più complesse a causa della pandemia. La vicenda risale alla notte di Capodanno, quando all’interno dello stabile dove vivono gli Accetta – padre madre e un bambino di undici anni – si sviluppa un incendio.Sono stati attimi di puro panico – ricorda la donna -, in cui abbiamo temuto seriamente per la nostra incolumità. Essendo gli unici ad abitare in questo palazzo molto antico, tra tutto quel fumo e quelle fiamme ci siamo sentiti perduti. A rimetterci, alla fine, nonostante il disperato tentativo di salvarlo da parte di mio marito, è stato il cane che si trovava nella tromba della scala”.

TEMPO SCADUTO ALLA CROCE ROSSA

Marito e moglie disoccupati, con quest’ultima bisognosa di medicinali causa diabete e un ragazzino in età scolare. Unica fonte di guadagno il reddito di cittadinanza che, chiaramente, non permette agli Accetta di prendere in considerazione la possibilità di un affitto. “La casa di via Porta di Castro a Ballarò apparteneva a mio suocero che l’ha poi venduta. Per noi, abitarla in comodato d’uso ha rappresentato una piccola fortuna. Oggi, dal giorno dell’incendio, ci ritroviamo ospiti della Croce Rossa, che però ci ha da poco comunicato l’esigenza di dovere sfruttare i locali dove abitiamo per la causa Covid.” Da quì l’inquietante prospettiva di finire in mezzo ad una strada, a meno che “non accettiamo la proposta dell’Istituo Valdese di via Evangelista di Blasi – racconta la donna. Ovvero quella di abitare in una stanza, condividendo però la cucina, e la lavatrice per una volta a settimana con altre persone. Cosa che, in tempo di pandemia trovo paradossale. Tutto questo al costo di 150 euro al mese, soldi che, come detto, con il solo reddito di cittadinanza a sostenerci non possediamo”.

LO SPAURACCHIO DI FINIRE IN MEZZO AD UNA STRADA

Un’altra soluzione l’ha data il Comune dopo che gli Accetta hanno preso contatto con gli assistenti sociali. Ma anche questa strada sembra essere poco praticabile. “Si tratterebbe di trovare un casa in affitto e averla pagata per il primo anno. Lo stesso avverrebbe per il secondo anno dopo un colloquio. Terminata questa agevolazione, dovremmo pensarci noi.” Un futuro che che non fa dormire sonni tranquilli alla famiglia, soprattutto alla luce del fatto che trovare un lavoro di questi tempi è una vera e propria impresa. “In questi casi, per far sì che non si finisca in mezzo ad una strada, ritengo che l’assegnazione di un alloggio popolare da parte del Comune debba essere l’unica soluzione praticabile.”