Battuta d’arresto per il processo a carico dei quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, brutalmente torturato e infine ucciso il ricercatore Giulio Regeni nel 2016. I giudici della III corte d’Assise, dopo cinque ore di camera di consiglio, hanno annullato il rinvio a giudizio. Quest’ultimo disposto dal gup nel maggio scorso rinviando gli atti per cercare di rendere effettiva la conoscenza del processo agli imputati. Il rischio sarebbe la nullità del procedimento.
Il nodo sulla presenza del generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif si annunciava complesso. A parere della Corte d’assise di Roma “il decreto che disponeva il giudizio, notificato agli imputati comunque non presenti all’udienza preliminare mediante consegna di copia dell’atto ai difensori di ufficio nominati. Ciò sul presupposto che si fossero sottratti volontariamente alla conoscenza di atti del procedimento”.
Fonti di procura esprimono amarezza e sorpresa mentre i familiari di Giulio Regeni, presenti in aula, non si dicono rassegnati. E’ “solo una battuta d’arresto, premiata la prepotenza egiziana”.