I temporali degli ultimi giorni hanno causato ingenti infiltrazioni d’acqua all’interno della Basilica di San Domenico. Anche la tomba del giudice Giovanni Falcone rischia di subire danni, a causa delle cattive condizioni in cui versa la navata sud della chiesa, in cui, tra gli altri, è collocato anche il monumento funebre in memoria di Emerico Amari.
Sono tante le persone che ogni giorno fanno visita al “tempio” in cui riposano personaggi illustri siciliani, che in questi giorni hanno notato una grossa macchia d’acqua sulla sepoltura in marmo di Falcone, che rischia anche di allargarsi con il tempo. Infiltrazioni anche in diverse altre parti della chiesa, tra cui cappelle, sacrestie e organi di fine ‘800, che la pioggia di acqua e calcinacci rischia di rovinare.
Fu proprio la comunità dei frati predicatori del convento di San Domenico a promuovere la realizzazione del monumento funebre dedicato al giudice assassinato dalla mafia il 23 maggio 1992. E proprio quel giorno, ogni anno, la chiesa di San Domenico diviene uno dei più importanti luoghi di memoria.
“Capisco la complessità anche burocratica e i tempi, ma devo rilanciare una situazione che richiede interventi puntuali e anche più ampi di quelli che si prevedono”, ha dichiarato a “Studio Aperto” Padre Sergio Catalano, rettore della Basilica di San Domenico. Nessuna manutenzione, infatti, è avvenuta sulla copertura del tetto dalla fine degli anni ’50. Inoltre, sul prospetto principale, su cui non si lavora da circa trent’anni, si è recentemente staccato un pezzo di decorazione. Lo stesso rettore, proprio due giorni fa, aveva lanciato l’appello rivolgendosi al Fondo Edifici di Culto, proprietario del bene. “Un’allarmante macchia d’acqua, apparsa sulla navata sud in corrispondenza della tomba di Giovanni Falcone, diviene ogni giorno più ampia – ha scritto Padre Catalano – con il rischio di distacco di intonaco o altro.“