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Cimitero dei Rotoli tasto dolente, botta e risposta tra i candidati Lagalla e Ferrandelli

Il cimitero dei Rotoli e le sue bare accatastate hanno indignato non solo i palermitani, ma addirittura il mondo intero. Un tasto dolente per il capoluogo e una patata bollente per l’amministrazione che subentrerà dopo Leoluca Orlando. Del resto, la menzione della spinosa questione non manca in nessuno degli interventi dei sei candidati a sindaco in vista delle amministrative del 12 giugno.

Cimitero dei Rotoli, Lagalla: “Sarà la prima risposta da sindaco”

Le ultime ore vedono la promessa del candidato a sindaco del centrodestra Roberto Lagalla. “Questa mattina ho visitato il cimitero dei Rotoli”, dichiara in apertura di un video pubblicato sulla sua pagina Facebook. “È stata confermata in me la percezione e la sensazione che mi hanno trasmesso quanti ho incontrato. Cari che ancora non vedono sepolti i propri defunti, che giacciono sotto dei caldi tendoni a stretto contatto con l’asfalto. Delusione. Dolore. È la prima emergenza di questa città, è la prima risposta da sindaco che vorrò dare a quanti aspettano da tanto, troppo tempo interventi risolutivi ed efficaci”.

Ferrandelli: “Fatto il primo esposto due anni fa”

Controbatte in maniera tagliente l’avversario Fabrizio Ferrandelli. “Lagalla ci ha comunicato che è addolorato per la situazione del Cimitero dei Rotoli – afferma in una nota -. Io ho fatto il primo esposto in procura su questo scempio oltre due anni fa e ho dedicato un punto del mio programma a questa vicenda. Probabilmente, domani Lagalla ci sorprenderà comunicandoci che Palermo è bagnata dal mare”.

“La verità è una sola: il candidato di poteri forti, Lega e post fascisti, chiuso nei palazzi del potere, con agi e privilegi, non sa nulla di quello che succede quotidianamente in città, dei problemi che ogni giorno vive il popolo palermitano”. Fabrizio Ferrandelli prosegue. “La sua è la campagna dell’arroganza economica e della distanza sociale. Noi siamo la voce di chi non ha voce. Noi a schiena dritta e testa alta contro chi ci vorrebbe ancora subordinati e senza diritti. La sfida è tra la prepotenza e la dignità”.

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Redazione PL